Rock Impressions

PAUL GILBERT - Live at Teatro San Luigi - Castel Goffredo (MN) 27/04/19
di Giancarlo Bolther, foto per gentile concessione di Mario Chiesa

Quanto sembrano lontani i tempi della Shrapnel Records di Mike Varney eppure la carriera di Gilbert è partita così, con l’intuizione di un visionario che ha dato vita a tanti progetti discografici di successo come Magna Carta nel prog, Blues Bureau nel rock blues e Tone Center nella fusion. Poi Gilbert ha avuto successo coi Mr Big, una band che ha saputo unire in modo unico grande tecnica e gusto melodico. Nel frattempo non è mancata una ricca e variegata produzione solista, che ha mostrato un lato più “umano” di questo alieno della sei corde.

Ieri sera, grazie all’associazione For Freedom Music (di cui Mario Chiesa è il presidente) in collaborazione con la scuola di musica Jaco Pastorius di Castel Goffredo (MN), abbiamo avuto il privilegio di assistere ad un concerto e masterclass di questo virtuoso, considerato come uno dei quattro chitarristi più veloci al mondo. Sul palco con lui Marco Orsi alla batteria, che ha suonato con molti nomi importanti del nostro panorama, su tutti Enrico Ruggeri, e Paola Zadra al basso, nota per le collaborazioni con J-Ax e Fedez.

Paul Gilbert live in Castel Goffredo

Gilbert è partito con un brano blues rock per iniziare un percorso dove illustrava suggerimenti e tecniche per rendere “facili” cose apparentemente difficili. Dai commenti che sentivo (quasi tutto il pubblico era formato da chitarristi) di “facile” si è visto poco, Paul ha un suono estremamente pulito e preciso, è vero che riduceva tutto a qualche scala, ma la sua esecuzione seminava stupore e ammirazione. Una delle scale più usate è stata presa dalla musica classica e lui ha mostrato come questa sia stata “importata” in molti generi musicali, senza tanti stravolgimenti. Un excursus che ha abbracciato tutta la musica, il chitarrista americano ha citato Bach, è passato per il blues ed ha attraversato tutto il rock dagli anni ’60 fino ai giorni nostri. Gilbert ha fatto notare come ad esempio Bruce Dickinson, ugola principale degli Iron Maiden, abbia usato delle progressioni jazz in alcuni brani come Stranger in a Strange Land (se non ricordo male il titolo). Poi sono stati omaggiati Gary Moore, gli Yes, i Beatles e molti altri artisti, che sono serviti al chitarrista per mostrare tecniche e suggerire come affrontare le parti di chitarra.

La cosa che però mi ha colpito di più è stato l’atteggiamento sul palco di questo ragazzone americano, che era pieno di entusiasmo e soprattutto contagioso nel coinvolgere gli altri musicisti e il pubblico. Dopo ogni brano ringraziava Marco e Paola, inoltre ha chiamato due giovani studenti a jammare con lui, lasciando che si esprimessero in modo molto libero e lui li seguiva. Ha fatto suonare un assolo a Paola, che ha mostrato come non fosse lì “per caso”, anche Marco ha esibito una tecnica invidiabile, cosa che spesso è difficile far emergere in un contesto più pop. In chiusura Paul ha dato quello che secondo lui è il consiglio più importante di tutti: per tenere il tempo usare sempre il metronomo, ma non l’aggeggio con l'asticella che oscilla (questo va buttato nel cestino) bensì la propria gamba, a sua detta il miglior metronomo che si possa usare.

Infine Paul si è lungamente concesso per foto e autografi nello stupore e ammirazione generale, un grande!

Marco Orsi, Paul Gilbert, Paola Zadra e Mario Chiesa
da sinistra Marco Orsi, Paul Gilbert, Paola Zadra e Mario Chiesa.

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