Nati a metà anni ’80, i polacchi thrash metallers Acid
Drinkers hanno dato alle stampe una quindicina di dischi e in patria
sono delle vere star, con vari awards vinti negli anni. Oggi il gruppo
torna con una seconda raccolta di covers, il primo Fish Dick era uscito
nel ’94 e la scaletta era molto orientata all’hard rock
con Black Sabbath, Deep Purple, Kiss, Motorhead, AC/DC e altri, oggi
invece la band ha deciso di stupire e di proporre una scaletta a dir
poco sorprendente.
Il disco apre con un classico di Johnny Cash, “Ring of Fire”,
che viene stravolto e incattivito, secondo lo stile proprio della
band. Molto più efficace e divertente è “Hit the
Road Jack” portata al successo da Ray Charles, questa versione
brutalizzata e resa alcolica è assolutamente spassosa e la
band inizia ad ispirare una sana simpatia. “Losfer Words Big
‘Orra” è quasi un omaggio ai maestri Maiden, ma
è brevissima. Grande e piacevole sorpresa invece riascoltare
“Love Shack” dei B52’s in chiave metal. Poi “New
York, New York” è assolutamente irresistibile, viene
da ridere ad ascoltare la sguaiatezza con cui è stata deformata,
ottima l’interpretazione del singer. “Bring It on Home”
degli Zeppelin è abbastanza in linea, anche senza sapere che
il brano è loro si sente subito la verve zeppeliniana, ovviamente
gli Acid Drinkers non si sognano nemmeno di fare scomodi confronti,
ma vogliono solo divertisi e ci riescono. Che dire poi di “Hot
Stuff”, altro che l’originale disco music, questa è
la versione che si addice al brano!!! Mi lascia abbastanza di stucco
la ballata francese “Et Si Tu N’Existais Pas”, ma
il finale è quasi epico nella resa metallica. Rolling Stones
e Thin Lizzy vengono chiamati in causa nelle versioni metallizzate
di “2000 Man” e “Bad Reputation”, ma in fondo
sorprendono meno dei pezzi precedenti. Che dire poi della versione
country drunken di “Season in the Abyss”? lascio a voi
i commenti. “Blood Sugar Sex Magic” è quasi meglio
dell’originale. Altra zampata di genio è la verisione
circense di “Nothing Else Matters”. Altro breve cameo
è “Detroit Rock City”, che lascia subito il posto
a “Make No Mistake” di Keith Richard, che mi dice poco
e per chiudere in bellezza ecco la dolcissima “Fluff”
dei Black Sabbath.
Gli Acid Drinkers hanno confezionato un disco davvero divertente,
che mi ha messo voglia di andare a recuperarmi anche il primo Fish
Dick. Certamente è un disco fatto da metallari per metallari,
ma questi dischi hanno il pregio di poter aprire a nuovi mondi musicali,
perché io fondo la musica è una sola. GB
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