Cecilia è una passionaria della musica impegnata su molti fronti,
finalmente ha coronato il sogno di produrre un album tutto suo, frutto
di un lungo cammino e di tante esperienze, che qui ha cercato di mettere
a frutto. Voglio almeno ricordare il suo impegno con l’etichetta
Tide Records, che ha sempre proposto artisti di qualità e poi
come insegnante di canto, dirige anche il gruppo di canto Vocal Ensamble.
Il polistrumentista David Petrosino ha giocato un ruolo di rilievo
nella realizzazione del disco, occupandosi di molti aspetti, ma sicuramente
nel rispetto del progetto originale.
Con un ascolto profondo possiamo riconoscere diverse influenze, non
tutte evidenti, molte sono quasi nascoste. Suoni di pioggia aprono
il cd, c’è un senso di mistero che presto si tramuta
in un raggio di sole quando parte la musica di “Cornucopia”,
la vita si risveglia dopo l’iniezione di vita portata dall’acqua.
Cecilia mostra subito le sue doti vocali, il brano è morbido,
quasi cold wave e anche lievemente trip hop, belle le melodie. Più
complessa è “Starship”, l’ambientazione è
abbastanza gotica, il cantato ancora sopra le righe, gli arrangiamenti
sono ricchi e complessi, ma servono come substrato per liberare il
canto, che letteralmente vola sulle note. “Rainbows” gioca
tra trip hop e psichedelia ai limiti di certo space rock, l’atmosfera
è onirica e ancora una volta servono più ascolti per
assaporare tutti i dettagli. “Nero all’Orizzonte”
ha un testo molto poetico, musicalmente siamo ancora in un territorio
di confine, poco inquadrabile. “Hello, I Love You” è
una cover dei Doors, il primo estratto veramente rock, con un bell’incedere
e un groove che acchiappa, personalmente avrei preferito che il disco
si muovesse più su queste coordinate, che ho molto apprezzato,
il pezzo più trascinante del cd, resa interessante e personale.
La seconda cover è di Bjork, “Jòga” e non
poteva mancare un tributo a questa artista davvero influente. “Aem”
è un brano di Petrosino, che propone sonorità orientali
in un contesto moderno, tra world music e trip hop, un bel matrimonio
alchemico. “Bluviola” è un brano dal sapore autobiografico
e non poteva essere altrimenti, questa è Cecilia, se vi piace
il suo stile con questo brano vi potreste innamorare. Gli ultimi due
titoli sono “Wings of a Butterfly” e “Vento”
sono due buoni brani, ma che non aggiungono molto a quanto già
ascoltato e chiudono con garbo il disco.
Bluviola è un disco fatto col cuore, come ogni opera può
piacere o meno, ma è sincero e ricco di sonorità, secondo
il mio gusto avrei preferito un po’ più di vigore, qualche
graffio in più, però riconosco la grande qualità
di tutto l’album. GB
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