Dei tanti progetti portati avanti da Markus Reuter, questo credo sia
quello più ruvido, essendo molto prolifico non ho la pretesa
di conoscerli tutti, ma almeno di quelli su cui ho potuto mettere
le orecchie questo lo è. Accompagnato da musicisti fuori dal
comune come Asaf Sirkis alla batteria, mostruoso, Bernhard Wostheinrich
alle tastiere ed elettronica e da Alexander Dowerk alla touch guitar,
ne approfitta per dare libero sfogo alle visioni più oscure.
Non a caso il disco è accompagnato da una previsione nefasta
di Werner Herzog sulla possibile estinzione della nostra specie.
Musica nervosa, volutamente urticante, dissonante, ossessiva, quasi
fosse dark metal jazz. In un certo senso gli Anchor And Burden stanno
al jazz come i King Crimson più ruvidi stanno al prog, i primi
Bauhaus al punk o i Black Sabbath al rock. Il jazz più tormentato
che io abbia mai ascoltato. I limiti sono spinti al massimo e ne esce
un lavoro dal fascino gotico impressionante, ben rappresentato dall’artwork
di Ruben Pang (www.rubenpangstudio.com). I meandri più neri
vengono portati allo scoperto e il sabba dei nostri incubi prende
vita.
Ancora una volta veniamo sfidati da un ascolto esigente, se si supera
l’iniziale sorpresa per un sound a cui penso pochi sono avvezzi,
il coinvolgimento emotivo è assicurato. GB
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