La prima volta dei siciliani Anciet Oak Consort risale al lontano
1997, ma allora si chiamavano solo Ancient Oak e diedero alle stampe
un album omonimo su Black Widow, il sound era in parte acustico e
in parte elettrico, con testi sia in italiano che inglese. Questo
progetto, di cui fanno parte molti musicisti, è capitanato
da Andrea Vaccarella che suona vari strumenti a corde ed è
il principale compositore delle musiche, Simona Minniti che canta
e ha collaborato alla composizione di musiche e testi, Bruno Rubino,
che conosciamo per la sua militanza nei Fiaba, si occupa delle percussioni,
infine troviamo i fratelli Roberto Gianni al pianoforte e Dario al
basso. Al fianco di questo nucleo troviamo vari guests che arricchiscono
il sound.
The Acustic Resonance of the Soul, come traspare dal titolo, è
un viaggio nell’io interiore dell’ascoltatore, l’album
è concepito come un concept, anche se i brani in realtà
non sono legati tra loro da una storia comune, piuttosto sono piccoli
affreschi sonori che mirano con le loro vibrazioni “naturali”
a risvegliare cammini introspettivi in chi ascolta. La scelta di una
strumentazione acustica è voluta a questo scopo, in quanto
gli strumenti acustici dovrebbero raggiungere più facilmente
l’animo.Una sorta di cammino iniziatico in cui l’ascoltatore
è al tempo stesso destinatario e attore, perché se è
vero che il gruppo si è prefisso di fare da guida in questo
viaggio, è vero anche che senza l’adesione volontaria
e partecipe di chi ascolta non ci può essere quello scambio
vitale tra artista e pubblico, che permette la riuscita dell’esperienza.
Le musiche hanno un impianto vagamente medievale, facilmente riconoscibile
in certi passaggi, ma sostanzialmente si può parlare di art
rock o progressive se preferite, la costruzione dei brani è
complessa, con ritmiche elaborate e strutture armoniche decisamente
interessanti. Si tratta di musica molto originale, per cui è
difficile trovare dei paragoni e devo dire che il gruppo in questo
senso ha fatto davvero un gran lavoro. Nella musica degli Ancient
Oak Consort c’è un profondo gusto estetico, ma anche
molta poesia, passione e coinvolgimento emotivo, gli autori sono davvero
riusciti a trasportare l’ascoltatore in un mondo fatato (non
necessariamente idilliaco), lontano dagli eccessi moderni, dove è
possibile ricongiungersi col proprio io e godere di melodie che talvolta
accarezzano l’anima e talvolta la scuotono.
Questo album è di una bellezza sorprendente, non è certo
facile, perché non si tratta di musica che vuole essere consumata
in fretta o in modo superficiale, ma se accetterete di lasciarvi guidare
in questo viaggio, troverete dei compagni eccezionali. GB
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