Alle spalle hanno una lunga storia iniziata all’inizio degli
anni ’90 e apparentemente interrotta nel 1996, dopo la pubblicazione
del primo album Enjoy. Poi un silenzio di oltre vent’anni fino
a questo nuovo lavoro a cui è seguita l’apparizione live
al festival di Veruno. La band propone una rilettura del neo prog
di Marillion e IQ, che a loro volta si ispiravano ai Genesis. Questo
Arc8 prosegue nello stesso solco e in qualche modo chiude un cerchio.
Il disco si snoda su sette brani complessi e ricchi di parti strumentali,
con una attenzione particolare alle melodie. Se vogliamo il risultato
si pone a metà strada tra il prog più classico e quello
ottantiano, con partiture ariose e ricche di passaggi emozionanti,
teatrali ed epici, talvolta sognanti e carichi di spunti poetici,
sia nei testi che in frammenti musicali. Nel complesso è un
disco molto lirico che non può non entrare nel cuore degli
amanti del genere.
Davvero un bel lavoro, che si ascolta rapiti da un senso di ammirazione.
Dal vivo la band non mi ha coinvolto allo stesso modo, però
devo dire che l’ascolto di Arc8 mi ha conquistato. GB
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