La prima cosa che colpisce di questo disco è la grafica, Sara
Baggini, in arte Augustine, appare in copertina con una posa che ricorda
i pittori preraffaeliti, non a caso Dante Gabriel Rossetti è
citato all’interno dell’elegante artwork. La fotografia
è stata realizzata da Francesco Capponi con utilizzando un
“banco ottico vittoriano”, nonostante la mia ignoranza
in materia mi piace citare questa cosa, perché ci cala in una
dimensione artistica inusuale, ma pregevole. Sara è una cantautrice
polistrumentista e produttrice, ha esordito nel 2010 con One Thin
Line, dopo di che assume il nome di Augustine e nel 2018 esce con
Grief and Desire a cui segue questo nuovo album.
Proserpine è un disco di grande eleganza, tra cold wave, dark
folk e dream pop, generi che hanno nutrito il bagaglio culturale di
Sara e che l’artista ha incarnato in una veste molto personale.
Il suo cantato raffinato in certi momenti ricorda quello di Kate Bush
e di Loreena McKennitt. In tredici brani ci accompagna in un viaggio
interiore fra terra e licheni, su letti di muschio e all’ombra
di alte felci. Tra sogno e realtà si dipanano le sue musiche
che accarezzano l’ascoltatore anche nei momenti più tesi
ed elettrici, ma perlopiù si tratta di ballate acustiche molto
poetiche.
Sara appartiene alla schiera di musicisti per cui l’esigenza
artistica è al primo posto, poi viene il resto. Certo non è
un cammino facile, non lo è mai stato, ma per me è una
vera soddisfazione avere incrociato i loro percorsi. GB
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