INTERVISTA
A MARCELLO CAPRA Di Salari Massimo Ciao Marcello! Per te questo è un periodo, musicalmente parlando, ricco di novità, ultimamente la tua chitarra ci allieta spesso e volentieri, ma brevemente, vuoi presentarti ai nostri lettori, specialmente ai più giovani? Ho iniziato a strimpellare a 13 anni, dopo aver lasciato i guantoni da portiere di calcio, sull’onda del magico scenario dei Beatles e Rolling Stones, Beat italiano, per citare realtà importanti della metà degli anni 60, ho iniziato con i Flash e passando attraverso covers di Hendrix e Cream, sono approdato alla fondazione dei Procession, inizialmente interpreti di celebri bands d’oltre manica e successivamente autori nel primo album d’esordio “Frontiera”.In seguito dopo il servizio militare, collaboratore di Raffaella De Vita, Enzo Maolucci, Tito Schipa Jr, supporter ai tours di John Martyn, Dave Cousins, per arrivare al mio primo album strumentale solista “Aria Mediterranea “e mi fermo qui perché dopo la storia e’ ancora molto lunga e si fa prima a leggerla sul mio sito. Ecco, questo è Marcello Capra! Ma veniamo ad oggi, la tua ultima composizione dal titolo "Onda Luminosa", è legata sempre agli anni '70, ma in essa scaturiscono anche sonorità indiane, come nasce il concepimento? Il legame con gli anni 70 credo dipenda dalla mia storia e dai valori di una certa cultura che si “respirava” nella prima metà di quegli anni, musica in sintonia con un mondo che chiedeva più libertà individuali, fiori al posto di armamenti, mescolanza di culture per accrescere la propria dimensione spirituale, una ricerca interiore volta all’armonia degli esseri viventi e in sintonia con la nostra Madre Terra….ebbene queste cose sono dentro di me, ed anche se viviamo tempi travagliati, dove il dio denaro domina le coscienze e le relazioni internazionali, dove anni di deserto culturale di massa, con la proliferazione di finti artisti e di cloni la fa da padrone, io sono felice di andare controcorrente, così come quando iniziavo la ricerca sulle nostre tradizioni mediterranee con l’acustica, mentre nasceva una becera cultura Punk all’orizzonte…. Cosa pensa e come si comporta oggi un artista del tuo calibro legato agli anni '70, pensi di sentirti un escluso dal music businness, oppure ritieni che anche oggi ci siano spiragli sia di pubblico che di vendite? Ben lieto di non appartenere ad un “circo” che non amo dove nani e ballerine sguazzano e dove personaggi senza talento e passione ricavano falsi riconoscimenti, non mi sono mai posto il problema di cavalcare tendenze che non approvo, la mia musica e’ altro, per chi vuole scovarla… Raccontaci come nasce la tua collaborazione con Beppe Crovella e Silvana Aliotta. Gli Arti e Mestieri li ho visti nascere, Furio suonava ancora con i Trip quando insieme a noi Procession,,partecipammo al Festival di Villa Pamphili nel maggio 72, avevamo lo stesso impresario Pino Tuccimei, poi vennero a suonare nel mio primo album due di loro, con Gigi Venegoni ci conosciamo da ragazzini alle feste studentesche, Beppe invece fino a qualche anno fa non lo conoscevo personalmente, poi mi sono rivolto a lui per un cambio di etichetta discografica e così nel 2010 e’ nato “Preludio ad una nuova alba” dove lui ha fatto solo il produttore esecutivo, per “Fili del tempo”ho immaginato brani con il suo apporto di tastiere e nel frattempo attraverso fb ho contattato Silvana, incontrata una sera tanti anni prima in un locale, la luce dei suoi occhi mi colpì, prima ancora della sua bellissima voce nei Circus 2000, per lei ho pensato musiche che ben si adattavano ad un nuovo strumento solista, e il sodalizio e’ continuato in “Aspettando Jackpot” tuttora permane. La tua discografia è alquanto fornita, tuttavia in "Fili Del Tempo" (Electromantic- 2011) denoto un Capra più concentrato e di personalità, un fattore dovuto all'esperienza oppure ci sono altri fattori? Un viaggio verso un’isola della ricerca interiore, che riannoda fili che si erano separati con il “gusto” attuale, un pensiero ad artisti grandi come Piazzolla o Irio de Paula, ai miei nonni che negli anni 20/30 giravano l’Europa con recitals per soprano,tenore e pianoforte,un omaggio ai Procession,un pensiero al Tibet martoriato e uno sguardo al presente con il cuore e la mente. Dunque "Preludio Ad Una Nuova Alba" (Electromantic- 2010), all'ascolto si percepisce l'intimità e l’umiltà delle composizioni, come è stato concepito questo disco? Penso che più il tempo scorre e più la consapevolezza aumenta, amo studiare lo strumento ma non per fini “agonistici” come tanti che vogliono solo stupire con acrobazie tecniche, sto ricercando sempre di più l’essenza e il vero significato della musica, e’ una sana terapia per non farsi sopraffare dalla superficialità e rapidità della sopravvivenza, gli stimoli creativi nascono di più da letture, incontri, viaggi, sogni che non dall’ascolto di musica…. Qual è stato a tuo avviso il periodo più oscuro della tua musica e perché? La mia musica e’ per sua natura “Underground” non conosco periodi oscuri, conosco periodi in cui mi manca l’ispirazione per nuovi percorsi, in quei periodi concentro di più l’esercizio tecnico, si perché se si vuole progredire e si vuole esprimere al meglio la propria natura, la ginnastica delle mani deve costantemente essere sollecitata, come uno sportivo che voglia migliorare la sua prestazione, senza paranoie di competizione…se invece intendi per “oscuro” un problema legato alle vendite, alla visibilità…be’ quello non dipende da me soltanto, o forse si, non amo propormi per squallide gare e neanche per speciali audizioni. Tu hai partecipato a molte convention e seminari dedicati alla chitarra acustica, a quale ti senti più legato e perché? Sicuramente con ADGPA che ho rapporti dal 98, dove ho sempre trovato un’ottima accoglienza e potuto conoscere grandi musicisti, uno tra tutti: Tommy Emmanuel. Procession: Un nastro ritrovato ed ecco "9 Gennaio 1972", cosa hai provato nel riascoltare le cover che facevate agli esordi? Ti confesso una lacrimuccia e’ scappata, quando nell’auto di Mario Bruno ex hammondista dei Procession, primo scopritore di quei nastri, ho sentito già su cd ancora da rimasterizzare, quel concerto, mi si sono aperte delle finestre che avevo chiuso da decenni, ricordi legati a quella grande passione mai abbandonata del suonare, alla dura gavetta di quegli anni, che però sotto l’aspetto dei live, era molto più soddisfacente della scena odierna, si avevano compensi dignitosi, molti gestori erano fans e ci trattavano con grande riguardo, la gente ballava anche da sola mentre ci ascoltava, non c’erano in giro professorini con schemi mentali di generi e sottogeneri, esisteva una sana rivalità tra le bands, ma anche tanta solidarietà e stima reciproca. Se tu avessi la possibilità di poter fare una super band, chi chiameresti? Chiamerei persone che antepongono l’umiltà’ alla spocchia, persone sensibili, che si divertono mentre suonano, che sentono il bisogno di dialogare con il loro strumento e che sappiano stare in retroguardia quando il brano esige silenzio o solo accompagnamento, persone che si possa parlare di tutto senza pregiudizi… La spiritualità, il pensiero religioso o quantomeno la presenza dell'anima, hanno a che fare con la tua musica e se si, in che percentuale? La risposta e’ SI nel modo più completo, intendo per Spiritualità anche l’aspetto ludico della musica, la vivacità dell’esecuzione, il pathos…lo strumento e’ l’estensione della propria anima, la quale nell’etere si fonde con qualcosa di ancora più Immenso…. Bellissimo! Che cosa cambieresti e cosa invece tieni stretta della tua carriera artistica? Ho un solo rammarico, quello di avere attraversato un lungo periodo negli anni 80 di depressione, che mi ha allontanato per un decennio dai palchi, ma anche questo ripensandoci ora, mi ha fatto riflettere molto e aiutato a vedere altro oltre la musica, che resta sempre la mia strada…. Prima di congedarci, hai un aneddoto da raccontarci che hai vissuto di persona negli anni '70? Voglio partire da un ricordo d’infanzia…non suonavo ancora ma la musica e i musicisti mi interessavano molto, mi piazzavo davanti al jukebox, mettevo i dischi alle feste dei più grandi, mi sistemavo davanti agli orchestrali nei dancing e non mi perdevo una nota, poi un giorno nella pensione di fronte a quella dove i genitori mi portavano per le vacanze al mare, arrivò un famoso trombettista di colore, ed io rapito cercai di seguirlo fino dentro le sue stanze, ma fu impossibile, rimasi sotto il suo balcone fino a quando lui si sporse, solo per buttare un mozzicone di sigaro ancora acceso, felice come non mai, lo raccolsi e lo mostrai fieramente alla mia mamma… Quel mozzicone e’ la mia immaginazione che trova ancora nella musica una valvola di sfogo,un universo parallelo dove veleggiare in assoluta libertà, non mi pongo programmi precisi, l’importante per me e’ “sentire” il bisogno di prendere la mia guitar, come e’ stato per “Onda Luminosa” che ho abbozzato negli ultimi giorni di vita della mia cara mamma, per contrasto alla sua sofferenza ho pensato a qualcosa di gioioso da contrapporre al male, poi nella continua rielaborazione ho costruito un ponte tra Occidente e Oriente, una speranza di sane contaminazioni basate sul rispetto e la solidarietà tra i popoli. GRAZIE! Marcello Grazie a Te e buona musica per il tuo futuro!!! MS Recensioni: Preludio a una Nuova Alba; Fili del Tempo Artisti correlati: Procession |