Rock Impressions
 

Stefano Cerati - Black Mass
STEFANO CERATI
Black Mass - La Storia dell'Occult Rock
Tsunami Edizioni

La ribellione, la simpatia per tutti i “losers”, le trasgressioni, il lato oscuro, l’esoterismo, sono come una spirale concentrica che ha percorso tutta la storia del rock, che sembra aver rappresentato un lungo cammino di liberazione dalle convenzioni sociali che per molto tempo hanno dominato il mondo occidentale almeno fino alla grande rivoluzione culturale degli anni ’60 ma che in buona parte sono ancora riscontrabili oggi in molto ambienti, in particolare conservatori. Stefano Cerati, nota penna del giornalismo musicale italiano, in questo libro ripercorre l’evoluzione del cosiddetto occult rock, ovvero del rock che, più o meno palesemente, cerca di approfondire temi legati all’occulto, a dimensioni diverse da quelle percepite normalmente dai nostri sensi, un percorso artistico che ha riflessi filosofici e soprannaturali, spirituali e trascendenti.

L’occult rock in questo senso non è un vero e proprio stile musicale, piuttosto è un’attitudine, un’attenzione a certe tematiche, che vengono tradotte in musica. Poi sembra di riscontrare una marcata simpatia per il satanismo quale via di liberazione dell’uomo, anche se i “percorsi” satanici, dalle testimonianze che sono emerse e che anche in questo libro si possono intravedere, sono stati tutt’altro che “liberanti”, ma si sa che a molte persone piace avere delle forme inconsapevoli di sottomissione, basterebbe parlare con qualche psicologo con un minimo di esperienza. Non possiamo negare, se siamo onesti, che ci piace essere “guidati” e che ci sia sempre qualcuno che ci dica “cosa fare”.

I gruppi definiti come “occult rock” sono soprattutto legati all’hard rock e all’heavy metal, Cerati lo specifica bene nelle note introduttive. In realtà nel mondo della musica contemporanea c’è anche tutta una scena dedita all’esplorazione dell’occulto che viene dal post punk e dall’industrial, una scena che ha preso diverse diramazioni come il dark punk, il gothic, il folk apocalittico, l’elettronica, solo per fare qualche esempio. Questa grande “fetta” musicale non viene esaminata da Stefano. Ma i più curiosi possono approfondirla con due testi molto dettagliati scritti da Antonello Cresti: Lucifer Over London e Come To The Sabbath.

Personalmente trovo limitante in un libro come questo escludere artisti come Bauhaus o Christian Death (giusto per fare due nomi), che non sono annoverati nell’occult rock, quando secondo il mio personale ed opinabile parere ne fanno parte a pieno titolo. Di fatto io non vedo distinzione nelle due ramificazioni date, in quanto le vie oscure percorse dai gruppi post punk spesso sono state più credibili ed estreme di quelle offerte da molti occult rockers dichiarati, che in molti casi avevano più una valenza teatrale che reale, ovviamente includere anche questi artisti avrebbe portato inevitabilmente ad un allargaento di non facile gestione per un unico volume.

Black Mass offre un excursus storico che parte dalle origini del rock e arriva fino ai giorni nostri, con decine di schede sui gruppi più significativi, ma che offre spazio anche a tantissime realtà molto underground. In ogni caso trovo che la parte più interessante del libro sia rappresentata dalle molteplici interviste presenti, dove sono i musicisti a spiegare scelte musicali e non solo. Detto questo devo rilevare che dall’autore viene sovente solleticata la curiosità (talvolta morbosa) di chi ama certi retroscena pruriginosi. Nelle note di copertina si fa riferimento alla filosofia, alla storia delle religioni e del pensiero umano, si citano rituali, alchimia, cabala, magia e tanto altro, ma leggendo il volume di tutto questo si trova molto poco. Quello offerto è un percorso che secondo l’autore dovrebbe portare a “vivere meglio la vita” e “a migliorare la conoscenza di sé”. Intento molto nobile e affascinante, ma che francamente non ho trovato spiegato, alla fine della lettura fondamentalmente le domande sul senso della vita mi sembrano restare senza risposta, se non che potremmo intendere il tutto come un invito ad andare sempre più in profondità. Poi si potrebbe obiettare che molti degli (anti) eroi posti alla base del movimento, come Crowley, Manson, La Vey e diversi altri, non sembrano aver vissuto delle vere vite “liberanti” e il loro fascino sembra essere più decantato che reale. In fondo il motto satanico “fai quello che vuoi” sembra che valesse solo per i “leader”, molto meno per i seguaci.

Il dark sound è affascinante, carico di mistero e di suggestioni, inquieta ed attrae al tempo stesso, poi trasportarlo nella vita quotidiana è tutta un’altra cosa. GB

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