Si può musicare il limbo? Che suono ha un viaggio onirico sospeso
nel sonno dalla mezzanotte all’alba? Una energia muove tutto
questo, l’atmosfera delle notti consiglia in pratica la musica
degli Enten Hitti. Il risultato si intitola “Fino Alla Fine
Della Notte”.
Pierangelo Pandiscia (polistrumentista) e Gino Ape (polistrumentista)
sono le menti creatrici del progetto Enten Hitti, dedito a musica
ricercata e sperimentazione, legata anche ad influenze sonore tratte
dall’ascolto di gruppi come Pink Floyd, Greateful Dead e dal
Krautrock di Popol Vuh. L’esperienza ventennale in ambito musicale
si fa notare nelle sette composizioni dell’album, un percorso
fatto assieme a Gianpaolo Verga (violino), Afra Crudo (voce), Adriana
Puleio (voce), Enya Daniela Idda (voce), Lorenzo Pierobon (canto armonico),
Lello Cassinotti (voce), Vincenzo Zitello (arpa bardica) ed Alio Die
(Guzheng e suoni naturali). Alcuni di voi si chiederanno se Zitello
è colui che ha collaborato anche con Battiato, la risposta
è si e fa parte del gruppo Telaio Magnetico.
L’esperienza che caratterizza questa composizione musicale,
deriva dalla Sleeping Concert, esercizio performativo che si ispira
alle pratiche di veglia sonora tipiche di alcune tradizioni mistiche
Tibetane e Sufi. L’intento è quello di evocare ricordi
ed immagini sul filo della dormiveglia. I concerti iniziano alle 24.00
fino al sorgere del sole e tutti i musicisti suonano ininterrottamente
anche utilizzando strumenti a suono indeterminato (campane di cristallo,
campane tibetane, lastre di pietra etc.) e strumenti tradizionali
come il violino, l’oboe o l’arpa celtica, tutto questo
fino a raggiungere uno stato ipnotico. I concerti hanno la performance
di quattro musicisti ed una attrice di Teatro sensoriale e si suddividono
in cinque atti: Purificazione e accoglimento, l’inizio del viaggio,
moto perpetuo, il sogno ed il risveglio dell’alba.
L’album si apre con “Inizia Il Viaggio”, musica
scaccia spiriti con conchiglie e zucche tromba. Subentrano le percussioni
che hanno la solennità di una sorta d’ iniziazione. Il
battere continuo sembra ricordare che comincia la mezzanotte…
si parte. Uso sperimentale delle voci, concepite a strumento, come
oggi sanno fare molto bene anche Claudio Milano in arte Nickelodeon
e Gianni Venturi nel suo Vuoto Pneumatico e nel gruppo Altare Thotemico.
Il suono che ne scaturisce è atavico, intrinseco nel dna dell’uomo,
solamente celato dalla paura del lasciarsi trasportare dalle proprie
sensazioni, perché spesso nel buio del nostro essere, di questo
si ha paura. “Nelle Terre Di Mezzo” giungono strumenti
più tradizionali, il suono prende forma seppure sempre in maniera
eterea ed ipnotica, tutto sembra avvolgere l’ascoltatore di
una coperta di nebbia colorata. Breve la vocale “Un Canto Solitario”,
interpretata da Afra Crudo e da Adriana Puleio, per poi giungere a
“Respira”. La notte è nel proprio pieno e sopraggiungono
immagini ariose all’ascolto, sensazioni dettate dai suoni pacati
che compongono il brano, come in un respiro si alzano e si abbassano.
Ed eccoci finalmente “Dentro Il Sogno” dove l’acqua
purifica il nostro essere, dove la soavità dei suoni acustici
coccolano e rassicurano. Il tempo passa velocemente quando si è
leggieri e sognanti, “Prima Dell’Alba” sembra sgranchirci
con i suoni del violino e del piano. Il risveglio definitivo è
dato da “Ho Visto Anche Dei Funghi Felici”, con il canto
solare di Crudo e Puleio.
“Fino Alla Fine Della Notte”, musicalmente parlando, è
una esperienza unica, forte e realistica, dove l’ascoltatore
non è più parte passiva di essa, bensì ne è
complice. Lasciare andare la propria fantasia durante questa esperienza,
porta a stare bene con noi stessi, a non avere più paura del
lasciarsi andare, in parole povere insegna ad ascoltare, termine che
oggi purtroppo viene sempre più soppresso dal più superficiale
“sentire”. MS
|