Gli Es Nova sono un collettivo al quarto disco. Fanno della sperimentazione
un credo artistico e l’improvvisazione è il mezzo per
cogliere l’essenza di quanto vogliono trasmettere al pubblico.
Si muovono su più fronti, dalle arti visive al teatro, e ovviamente
la musica è il collante del loro percorso.
Questo disco rappresenta un nuovo capitolo, che è conferma
di qualità e sguardo proiettato al futuro. Il loro jazz rock
psichedelico è di ottima fattura, anche se sono stralunati
e veramente freak. Il primo brano “Aion” vale quanto un
classico, chitarre distorte e un’ambientazione in continuo rimando
di suoni ora settantiani ora futuristi, in un caleidoscopio di situazioni
coinvolgenti e al tempo stesso disturbanti. La musica degli Es Nova
non è rilassante, chiede attenzione e compartecipazione, lo
spettatore non può restare indifferente e viene catapultato
in un gioco che di virtuale ha poco. In questo il gesto artistico
è sempre prevalente, anche quando per riconoscerlo dobbiamo
uscire dai nostri schemi.
L’Italia paradossalmente è un paese dove l’arte
ha sempre trovato terreno molto fertile, ma al tempo stesso è
sempre più difficile farla, questa formazione ci crede e abbiamo
molto bisogno di artisti come loro. GB
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