INTERVISTA
CON JERRY GASKILL (versione
inglese)
di Giancarlo Bolther
Ci
puoi parlare della tua storia artistica?
Suono la batteria da talmente tanto tempo che non riesco nemmeno a
ricordare quando ho iniziato. Non riesco proprio a identificare un
momento in cui ho preso la decisione di incominciare a suonarla. Più
semplicemente è qualcosa che ha sempre fatto parte di me. Da
allora ho suonato con gruppi di amici e ho fatto delle audizioni per
Kool Aid commercial a New York all’età di sette anni.
In seguito ho suonato in un gruppo strumentale formato da mio padre
e mio fratello Herb, facevamo di tutto, dai valzer ai brani dei Beatles.
Intanto suonavo anche con gruppi locali. Ho conosciuto Doug (Pinnik)
quando lui si è recato a Springfield Missouri per far parte
di un gruppo in cui stavo entrando anch’io. Abbiamo incontrato
Ty (Tabor) lungo la strada, stavo incidendo un demo per un certo Tracy
Zinn e Ty era il suo chitarrista, mi picque subito, era incantevole.
All’epoca aveva solo diciotto anni. In seguito anche Doug ha
avuto l’occasione di ascoltarlo in un concerto al College e
mi disse di essere rimasto colpito da lui, così decidemmo di
contattarlo e il resto è storia. Ovviamente ci sarebbero molte
altre cose che sono successe da raccontare, ma questo è quanto
è successo in sintesi.
Quanto tempo hai impiegato per realizzare il tuo album Come
Somewhere?
Le canzoni presenti su Come Somewhere sono state scritte in un periodo
che va dall’inizio del 1995 fino al 2001. Ho scritto canzoni
per un certo numero di anni e, semplicemente, era arrivato per me
il tempo di realizzare questo disco. Penso che sia un progetto che
risiedeva nei miei desideri più profondi per tutta la mia vita
e oggi questo è emerso.
Alcuni dei pezzi del tuo album erano stati composti per i
King’s X o sono stati scritti proprio per il tuo album solista?
Non penso di aver mai proposto questi pezzi al gruppo, potrei anche
averlo fatto, ma non mi ricordo che questo sia successo. Ho in mente
vari brani che ho registrato su demo e che ho presentato agli altri
della band, ma non penso che qualcuno di quei brani sia finito sul
mio disco.
A cosa ti sei ispirato per comporre il disco?
L’ispirazione viene un po’ da tutte le parti, dalla musica
con cui sono cresciuto, dalle relazioni con le altre persone, dalle
esperienza famigliari, dalla televisione, dai films, dai libri. In
altre parole l’ispirazione deriva dal fatto di essere vivi.
Questo album segna un nuovo capitolo della tua carriera?
Realizzare un disco con musica interamente composta da me aggiunge
una nuova possibile direzione alla mia carriera artistica. Era qualcosa
che doveva essere fatto e sono pronto per questo. Mi piacerebbe moltissimo
fare un tour di supporto per questo disco e fare qualsiasi cosa che
possa diffondere la musica che ho composto a più persone possibili.
Sono pronto per conquistare il mondo… hahaha!
Chi sono i musicisti che hanno suonato nell’album?
Ty ed io abbiamo realizzato tutto il disco insieme. Ogni cosa che
ascolti su di esso è stata suonata da Ty e da me.
Quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato?
Molta musica degli anni sessanta e settanta è stata la mia
prima fonte di ispirazione. Quando ascoltai i Beatles tutto il resto
non aveva più significato per me. A quel punto non reatava
altro da fare che intraprendere la carriera musicale. Da allora in
poi sono seguiti i Led Zeppelin, Bob Dylan, The Grateful Dead, Grand
Funk. La lista è interminabile.
Con i King’s X, Tabor e tu avete firmato con la Inside
Out, com’è lavorare con questa etichetta?
Mi piace molto la gente che lavora per la Inside Out. Sono stati tutti
molto gentili con me e hanno svolto un lavoro meraviglioso. Penso
che anche Thomas Ewerhard abbia fatto un ottimo lavoro per la cover
e per l’intero package. Tutta la mia gratitudine e la mia riconoscenza
vanno a Thomas Waber e a tutte le persone della Inside Out.
Come siete entrati in contatto con loro?
Credo che inizialmente Ty abbia realizzato dei side projects con loro.
Ho incontrato qualche volta Thomas mentre eravamo in Europa, abbiamo
parlato della realizzazione di un album solista. Poi i King’s
X hanno iniziato a lavorare con la Inside Out. In seguito ho ricevuto
una mail da Thomas che mi dava il benvenuto nella scuderia, e mi chiedeva
notizie del disco solista. Gli risposi che ci avevo lavorato un po’
e gli chiesi se aveva qualche suggerimento. Mi venne incontro e mi
chiese “Dimmi cosa ti serve?”. Così abbiamo iniziato
a corrispondere e abbiamo deciso di realizzare insieme il disco.
Hai ormai vent’anni di esperienza, cos’è cambiato
nel mondo della musica?
Ovviamente sono cambiate molte tecnologie. Più passa il tempo
e più noi impariamo cose nuove e come fare a diffondere sempre
di più la nostra musica. MTV ha cambiato le cose, penso si
sia trattato di un ciclo naturale che ha portato delle cose buone,
ma per certi versi anche cose non tanto buone. Negli anni sessanta
e nei primi settanta c’era una certa innocenza che oggi non
esiste più o che non è più la stessa. Ma la vita
va avanti e noi possiamo solo cercare di dare il nostro meglio con
le cose che abbiamo.
E tu quanto sei cambiato come artista e come persona?
Sono cambiato come cambiano tutte le persone man mano che crescono.
Ho vissuto molte esperienze e tutte mi hanno lasciato qualcosa che
condiziona il mio sguardo sul mondo e il mio stile di vita. Con la
speranza di essere migliorato.
A volte i batteristi sembrano giocare un ruolo secondario
in un gruppo, ma il tuo disco dà l’impressione che tu
sia molto coinvolto nel processo compositivo dei King’s X?
Grazie…
Qual è il tuo album preferito dei King’s X e
perché? Ce n’è uno che non ti piace?
Penso che al tempo in cui ogni disco è stato realizzato quello
era il mio preferito. E’ difficile prenderne uno in particolare,
perché se penso alla sua realizzazione e a quello che ho provato
in quel momento sono convinto che fosse giusto così. Mi piacciono
tutti per quello che rappresentano. Pertanto per lo stesso motivo
non c’è un disco che non mi piace. Ogni album è
una parte della mia vita e mi ha condizionato per un certo periodo.
Cosa pensi dei gruppi di oggi e dei nuovi generi musicali,
ti interessi alla nuova musica?
Amo la musica in generale, ci sono molti nuovi gruppi che mi piacciono,
in particolare provo interesse per i Deftones e i Glassjaw. Recentemente
ho ascoltato i Fiction Plane e mi sono molto piaciuti. Apprezzo la
buona musica q qualsiasi genere essa appartenga.
L’11 Settembre ha cambiato il mondo, che opinione hai di questo
evento? Cosa ne pensi della guerra in Irak?
Penso sia stata una manifestazione molto tragica di come le cose sono
sempre state e di come sempre saranno. Tutte le volte che ti occupi
di politica hai l’impressione che ci sia molto di più
di quanto non si possa realmente vedere. Cerco di fare quello che
posso per dare del mio meglio. La vita è piena di cambiamenti
e cerco di prendere le cose man mano che queste succedono.
Hai una filosofia di vita? Qual è la tua visione del
mondo?
La mia visione del mondo è: c’è il bene e c’è
il male e noi dobbiamo lavorare per un equilibrio dentro di noi.
Coi King’s X state progettando di venire a suonare in
Italia nel prossimo futuro?
Mi piacerebbe molto tornare in Italia. Abbiamo suonato da voi nel
2000, mi sembra. E’ stato molto bello e il posto era splendido,
mi sembra di ricordare che si chiamasse Biella. Un ricordo molto felice.
Vuoi mandare un saluto ai fans italiani?
Un caloroso saluto a tutti i nostri fans italiani. Spero di potervi
incontrare presto, nel frattempo continuate a comprare i nostri dischi
e forse potremo venire da voi molto presto. All my love…
GB
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