Rock Impressions
 

INTERVISTA AGLI HELALYN FLOWERS
di Adriano Moschioni

Siete giunti ad un apprezzabile livello di notorietà, e contando solo ed esclusivamente sui vostri mezzi. Non deve esser stato facile emergere, farvi notare, innanzi tutto in quanto provenienti da un paese come il nostro, posto decisamente ai confini dell’universo underground che conta (anche se negli ultimi anni la situazione sta finalmente mutando), eppoi considerando la nutrita concorrenza del settore.
Abbiamo sempre curato autonomamente ogni aspetto legato agli Helalyn Flowers e meglio di quanto avesse potuto fare qualsiasi agenzia promozionale o etichetta underground. Ci siamo sempre fatti avanti credendo in noi stessi e concentrando tutto su noi stessi. Sì, in Italia c’è parecchia fame, ma vediamo che c’è quasi sempre frustrazione dietro ciò. Tutti vogliono essere la next big thing ma tutti forse non realizzano che non basta il bel demino e la bella fotina post-prodotta a catturare l’attenzione dei discografici. Occorre avere carisma, chiarire le proprie peculiarità ed essere veri personaggi. Non si vedono più personaggi… Si vedono salire le band sul palcoscenico e non riesci a capire se sia il gruppo o dei fan che stanno per invadere il palco! Il successo dei Lacuna Coil ha aiutato la scena italiana ad avere più riscontro e visibilità all’estero (soprattutto in USA), ma questa è una carta che le band qui devono giocare bene. E tutto ha a che fare con un discorso di intenti… e di sincerità. La concorrenza, poi, aiuta ad alimentare attacchi e guerricciole mosse esclusivamente dall’invidia e dall’insicurezza. Noi ce ne siamo sempre fregati! Ad ogni attacco rispondiamo sempre con una risata…

Cosa si prova, vedendosi inseriti su pubblicazioni prestigiose come Gothic, Zillo, Side-Line, Orkus (etc…)?
E’ sempre una gran bella soddisfazione, davvero… La Germania, poi, ha un bacino d’accoglienza veramente strepitoso. Lì i nostri dischi vendono sul serio, siamo nelle DAC charts, abbiamo invaso tutta la stampa alternativa e la fanbase è una delle più calde in assoluto. E’ una situazione invidiabile, da noi soprattutto… Non abbiamo neanche più il Flippaut Festival qui!

Quanto conta l’immagine in un contesto come il vostro? La grazia di Noemi contrapposta alla grinta emanata dalle vostre canzoni costituisce un bel contrasto, sicuramente efficace e vincente dal punto di vista dell’approccio alle vostre composizioni.
(N0emi) Teniamo alla nostra immagine tanto quanto alla nostra musica. Sono due elementi che per noi vanno curati equamente, e teniamo molto che l’estetica degli Helalyn Flowers sia la riproposizione visiva delle emozioni che comunica il nostro sound. Abbiamo sempre curato al massimo delle nostre potenzialità ogni singolo particolare, sempre autonomamente, dalle foto, al sito internet, al make-up e cosi via. Al di fuori della band mi occupo da anni di scenografia, fotografia e grafica, curare il gruppo per noi è una cosa molto naturale, se non inevitabile!

La vostra proposta innesta su d’una base indiscutibilmente rock input mediati dall’elettro, dalla techno, dal pop futurista. Come riuscite a conciliare anime così diverse nell’ambito di una singola canzone?
Tutto viene fuori assolutamente senza costrizioni. Semplicemente filtriamo le nostre mille influenze in quello che vogliamo far trasparire dal pezzo a cui stiamo lavorando. Se è un segreto, ancora dobbiamo scoprirne il meccanismo!

Come definireste il vostro peculiare sound ad un potenziale ascoltatore che ancora non vi conosce?
Attualmente viene confermata la definizione ‘Nu Electro-Rock’, che già fa capire abbastanza, ma mai appieno! Un potenziale ascoltatore ormai già sarà andato sul Myspace a sentire i pezzi o, meglio, su E-Mule a scaricare il disco!

Un ruolo importantissimo, a tener caldo il vostro nome in primis, lo ha giuocato l’EP “Plaestik”, con l’inedita “DGTal blood” ed i vari remix di “E-Race generation” e di “Voices”. Come siete entrati in contatto con i vari Headscan, Implant, Neikka RPM?
Le band che hai citato sono tutte nostre compagne d’etichetta, quindi non è stato difficile arrivare a loro. Roster a parte, terremmo a segnalare anche il remix degli Angelspit, duro, ossessivo e ipnotico da far paura! (Confermo, mi ha steso! N.d.H.)

Fra l’altro, due rielaborazioni sono state effettuate da altrettanti vincitori di un contest appositamente lanciato da Alfa Matrix, di chi è l’idea, vostra o della label? E’ certo un ottimo mezzo per stimolare vieppiù chi vi segue!
Alfa-Matrix ha lanciato l’idea del contest ed è stata veramente un’ottima trovata. Ci ha avvicinato a nuove band e ci siamo divertiti da matti ad ascoltare tonnellate dei remix più improbabili! Alla fine abbiamo optato per Sthilmann, che è il progetto di un DJ parecchio conosciuto in Polonia, la cui versione di “Voices” è stupenda. EBM sparata da dance-floor con un bell’approccio melodico da renderla abbastanza future. I Rise Of The Fallen sono l’altra band vincitrice con una riproposizione oscura e gloomy di “E-Race Generation”. Tra Rammstein, The Kovenant e Cradle Of Filth. Grandi Phil e Cat!

Uno dei pezzi più rappresentativi del vostro stile continua ad essere “Voices”, della quale esistono ormai diverse versioni, e che grazie all’inclusione su compilations internazionali è praticamente divenuto il vostro biglietto da visita.
Più che altro è diventata la nostra “The Final Countdown” (ormai pure io la presento così. N.d.H), cotonature e miliardi a parte! Un pezzo come “Voices” non poteva non funzionare, riff catchy da far paura, beat ballabile, ritornello graffiante e sensuale ( a mo’ di vero e proprio inno!), strofa dal sapore beatlesiano, bridge alle stelle e chiusura mozzafiato. L’hit è servita!

Fra l’altro, se non erro, siete stati contattati da Alfa Matrix quando le canzoni destinate a costituire l’ossatura del disco erano già state ultimate. Come è avvenuto l’incontro con la conosciuta etichetta belga? Ed in che termini?
(N0emi) La possiamo definire quasi una coincidenza volontaria! Eheheh…
Abbiamo letto sul sito di VampireFreaks che Alfa-Matrix stava selezionando delle band da inserire nella compilation di “FxxK The Mainstream Vol.1”, così abbiamo deciso di partecipare all’ultimo momento. Ma dopo un paio di giorni abbiamo ricevuto un messaggio dove annunciavano che l’indirizzo fornito dal sito era sbagliato, quindi il nostro pacco era andato perso. Abbiamo avuto la brillante idea di mandare i nostri mp3 direttamente all’e-mail dell’etichetta, non rischiando altri ritardi e rientrando quindi nella deadline del concorso. Dopo pochi giorni ci ha scritto l’Alfa-Matrix annunciandoci che eravamo stati selezionati per far parte della compilation. In quel periodo l’A-M stava iniziando anche ad ampliare la scelta dei gruppi con sonorità più alternative-rock (vedi Star Industry e Zombie Girl, nuovi acquisti della label. N.d.H.), e sono rimasti molto colpiti dal nostro sound così particolare che ci hanno proposto direttamente un contratto.

Suppongo che A-M vi tenga in particolare considerazione, all’interno di un roster comunque ampio e qualificato (cito una nota di una info-sheet: “...the hottest AM signing of the year!”). Non vi sentite caricati di responsabilità, con simili aspettative? Rappresentate inoltre un’apertura ad un genere da loro finora poco trattato.
(N0emi) No, assolutamente non vediamo un peso la loro grande considerazione che hanno per noi, al contrario, ci sentiamo ripagati del nostro impegno e motivati ancora di più nell’andare avanti per la nostra strada. In particolare, rappresentare il primo gruppo con una sonorità così cross-over per un’etichetta alla ricerca di qualcosa di innovativo e diverso dall’usuale è una grandissima soddisfazione e l’inizio del raggiungimento dei nostri obiettivi.

Sono sempre i Temple Of Noise Studios ad ospitare le vostre creazioni, a renderle prodotto finito. Quanto è importante l’ambiente ove si traduce in realtà un’idea, una bozza di brano, ove finalmente si può ascoltare la versione definitiva del proprio impegno creativo?
(N0emi) Amiamo registrare i nostri brani in un ambiente informale ed amichevole! Abbiamo un carattere molto caldo e stare a nostro agio in un ambiente dove l’atmosfera è altrettanto calda e bizzarra ci rende molto creativi e reattivi! I TON hanno un’aria familiare e folle, Christian ci ha sempre supportato e lavorare con lui è sempre un piacere, sapendo che apprezza moltissimo il nostro lavoro.

Quali sono stati i primi pezzi da voi composti, e che poi sono stati inclusi su “A voluntary coincidence” (a parte ovviamente quelli già editi)?
(Max) Il riff di “A Sweet and Deep Bomb in my Heart” e la struttura di “Alice in my Chamber” aleggiavano già prima di “E-Race Generation” e “Voices”! Ed insieme a “My Girlfriend Insanity” sono stati proprio i primi brani su cui abbiamo iniziato a metter mano subito il secondo EP.

Io adoro letteralmente brani come “I’m human, defective”, “Unreal” ed alla bellissima “Tide Line”, degna chiosa di un disco me-mo-ra-bi-le!
(Max) Le mie preferenze cambiano a seconda del periodo, comunque in pole ci sono sempre “A Sweet and Deep Bomb in my Heart” e “DGTal Blood”.

“A sweet and deep bomb in my heart” è un vero e proprio crogiuolo ove avete fuso generi ed epoche (musicali) diverse, è un episodio maestoso, con quelle magniloquenti tastiere, e così moderno nel chitarrismo distorto e grungettone! La prova di Noemi è inoltre intrisa di glamour sensuale.
(N0emi) Amiamo “A Sweet And Deep Bomb In My Heart”, ed è attualmente il pezzo che rappresenta al meglio le nostre sonorità. Qui l’influenza di vari generi è ancor più accentuata, nella strofa abbiamo utilizzato una batteria vintage ed abbiamo sostituito il basso con un contrabbasso, permettendo al resto del brano un impatto più duro con le sonorità più moderne dei synth e della chitarra distorta. Il lavoro di voce è stato curato al millesimo, ci abbiamo impiegato molto per trovare il giusto sound per ogni singolo strumento, per rendere la giusta atmosfera, e siamo pienamente soddisfatti del risultato!

Noemi, ti sei applicata in esercizi particolari? Riesci a sviluppare al meglio le tua qualità vocali, fondendole perfettamente col tessuto sonoro di ogni singolo pezzo, senza palesare forzature pure nel contesto di continue mutazioni d’ambientazione. Determinata ma delicata!
(N0emi) Ti ringrazio! Non mi reputo una cantante virtuosa, anche se ho studiato per alcuni anni canto per avere la possibilità di sfruttare al meglio la mia voce, ma non amo sfoggiare la tecnica in modo superfluo, a volte lo trovo noioso e privo di profondità. Quello che secondo me fa il vero cantante è l’interpretazione, ed è questo quello che tengo sempre presente e che caratterizza il mio stile.

Da che deriva il titolo che avete attribuito al vostro primo disco lungo?
(N0emi) Il titolo “A Voluntary Coincidence” è nato svariate notti fa, mentre, guardando un DVD, mi sono ritrovata di fronte ad un video che da tantissimo tempo immaginavo. Ho sempre desiderato poter vedere realizzato un video come quello, con quelle ambientazioni, quei colori… fino a quel giorno non avevo mai avuto l’occasione di vedere nulla che si accostasse cosi tanto alla mia immaginazione. Così mi sono soffermata sul concetto di coincidenza, su come una coincidenza possa essere guidata dalla nostra volontà più profonda, annullandone il senso, andando oltre la casualità quotidiana. Razionalmente è impossibile che una coincidenza sia volontaria, ma sono certa che la forza interiore dell’uomo possa cambiare le cose. Basta volerlo veramente.

Quali differenze, dal punto di vista del lavoro complessivo, in studio od in sede di composizione, marcano un singolo od un EP rispetto ad un CD intero (un long playing dei vecchi tempi!)?
(Max) Mah…con noi questo problema non sussiste, visto che tendiamo a fare di ogni nostro pezzo una potenziale hit e che comunque ancora non ci siamo imbattuti in concept-album e cose del genere. Non disdegno l’idea e quindi non nego che in futuro potremo imbatterci in un progetto simile, ma per ora ci sentiamo di darci dentro con ogni singolo pezzo, incuranti di logiche di scaletta.

A volte, più che ad un semplice disco, mi pare di trovarmi dinanzi ad una raccolta di hit-singles, tale è la difficoltà che mi trovo ad affrontare nella scelta di un brano, magari da trasmettere nel corso del mio programma. Indice di un livello qualitativo eccellente, e di un lavoro che non provoca mai cedimenti d’attenzione.
(Max) Ciò che dici conferma appieno quanto cercavo di spiegarti con la risposta precedente. Ok, facciamo greatest-hits senza avere i pezzi al primo posto delle chart mondiali!

Anche AVC prevede la presenza di diversi mix, questa volta inseriti su d’un succulento CD bonus. Ho letto di Beborn Beton, Steril, Cut.Rate.Box, Interface, ma pure dei vostri concittadini Latexxx Teens.
(Max) Sì, il bonus è zeppo di nomi interessanti e soprattutto di buoni remix, anche se sinceramente non è questo l’aspetto delle nostre produzioni che più mi interessa…I miei preferiti sono quelli dei Beborn Beton, Steril e dei miei-amici-da-una-vita First Black Pope.

Sempre a proposito di gruppi romani, la Capitale vanta una scena davvero prolifica, con Dope Stars Inc., i citati Latexxx Teens, eppoi Bohemien, Avant-Garde, Miriam (chiedo subito venia nei confronti di coloro, amici tutti, che non ho citato esclusivamente per ragioni di spazio, I LOVE YOU ALL!). Siete in contatto con questi artisti?
(Max) Abbiamo avuto dei contatti sporadici con qualcuno di loro…Non bazzichiamo il circuito, anche se non di certo per snobismo. Umanamente e musicalmente sono indirizzato altrove.

Maxx, oltre a riviste più legate alla scena goth-elettro e pure all’immagine, il tuo nome appare spesso su altre prettamente dedicate alle tastiere, ai synths, segno che il tuo talento viene riconosciuto anche dagli addetti ai lavori più addentro all’aspetto tecnico. E’ indubbiamente un prestigioso premio alle tue capacità esecutive!
(Max) Grazie di cuore per le stupende parole. Iniziai a smanettare sui tasti sin da quando avevo sette od otto anni…Erano gli anni ’80, quindi di tastiere nella musica se ne sentivano a tonnellate e ciò sicuramente è stato una sorta di imprinting musicale. Il mio approccio alla tastiera e di conseguenza all’elettronica è sicuramente più melodico che rumoristico. Ho sempre adorato i synth di Duran Duran, Depeche Mode, primi Litfiba, Queen periodo anni ’80 e Talk Talk e tutto il lavoro di tasti partorito dai più grandi dei ’70, pianoforti struggenti, orchestrazioni ricche di armonia e Hammond ben pedalati. Qui puoi trovare le origini del mio stile, anche se ultimamente propendo maggiormente su sonorità più chitarristiche.

Vi hanno paragonati a NIN, Garbage (eh, qui giuoca la grazia di Noemi, Shirley Manson dovrebbe iniziare a preoccuparsi!), Evanescence (!), Bjork, nomi da far girar la testa a chiunque; ve lo sareste mai immaginato, quando decideste di dar vita ad HF?
(Max) Perché no? Abbiamo sempre pensato di produrre musica all’altezza di questi nomi e assolutamente non ci siamo mai sentiti inferiori a nessuno (Bravo, onesto e determinato! N.d.H.).

Quali argomenti vengono trattati nei vostri testi? Quanto è importante l’aspetto lirico delle vostre canzoni?
(N0emi) Io tengo molto ai testi, anche quando ascolto un album, la prima cosa che mi viene spontanea è seguire le parole e calarmi nell’atmosfera. In “A Voluntary Coincidence” i testi sono legati tra loro da atmosfere e situazioni surreali, che sono una caratteristica tipica degli Helalyn Flowers. “Eye for a Day” ad esempio è la descrizione di come si possa vivere e percepire il mondo esterno sotto forma di un occhio, senza filtrare la realtà tramite il ragionamento…Od in “I’m human, defective”, come dice il titolo stesso, parlo dell’essere umano come un’esistenza destinata a vivere nell’errore e nell’incompletezza, vittima di un ipotetico esperimento abbandonato su questa terra senza essere portato a termine. Ogni testo dell’album è stato scritto dopo la composizione musicale; utilizzo le nostre pre-produzioni per immergermi direttamente nel brano e scrivere il testo in base a ciò che mi ispira il brano stesso, come se fosse la colonna sonora della mia immaginazione…

Capitolo live. Avete già fissato dei concerti per pubblicizzare AVC? Vi occupate di questo importante aspetto autonomamente, oppure di concerto con i responsabili di Alfa Matrix?
(Max) A parte i soliti festival estivi in Germania ed Olanda, suoneremo a Londra come supporto ad Emilie Autumn per la data del 19 aprile alla Islington Academy. Poi faremo qualche data in UK nelle principali città. Alfa-Matrix certamente ci aiuta nel trovare occasioni interessanti, in più è da poco che siamo in contatto con una importante booking agency inglese che sta appunto curando la data di aprile più successivo mini-tour. Penso proprio che staremo impegnati sul fronte live fino ad agosto (se includi anche date qui e lì su suolo nazionale), poi ci rinchiuderemo in studio per la realizzazione del seguito di “A Voluntary Coincidence”.

C’è un gruppo, un nome col quale vi piacerebbe esibirvi (non necessariamente di spalla)?
(Max) Tutte le band con cui vorrei suonare o sono morte da anni o non sono più attive concertisticamente…Se dovessi optare per un nome attivo del presente ti direi Marilyn Manson.

Preferite l’intimità dei piccoli clubs, o spazi più ampi ove dare sfogo alla vostra vitalità espressiva?
(Max) Senza dubbio è più elettrizzante una folla numerosa ed urlante ai tuoi piedi che le cinquanta persone di un club! Sarà perché ormai sono talmente abituato alle situazioni tipicamente italiane del gruppo (escludendo se sia valido o meno) che suona davanti a due gatti che non ti si filano neanche per sogno, che non applaudono e che hanno paura di esternare qualsivoglia trascinamento…

Una domanda scontata, cosa vi aspettate da AVC?
(Max) Non viviamo di aspettative.

Lascio a voi lo spazio per i saluti finali!
Grazie a te per lo spazio e per la bella chiacchierata, ma soprattutto per tutto il supporto che c’hai dato sin dagli albori. Sei un grande! (Beh, esagerati! ndA)

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