Il chitarrista
svedese della death metal band Tribulation, debutta come solista con
questo album che potrebbe spiazzare i suoi estimatori. Si tratta di
un album spoglio, voce e chitarra acustica e poche percussioni, con
musiche che si ispirano al folk con una forte componente malinconica.
L’ascolto di questo disco ci porta indietro nel tempo, melodie
incantevoli, con belle parti vocali, in alcuni casi sono rimasto affascinato,
già l’iniziale “A Dance in the Road” mi ha
inchiodato con le sue melodie che ricordano una versione moderna dei
Simon & Garfunkel. Notevole anche l’intimista “The
Mountain” che se non ho capito male è ispirata ai racconti
di Tolkien. “Next Big Day” è la mia preferita,
un ritmo incalzante, una buona prova canora e una musicalità
fresca. Molto evocativa la seguente “The Call to Adventure”,
struggente nel suo incedere carico di aspettative e desideri mai sopiti.
Nonostante la scelta minimale, c’è una buona varietà
nelle composizioni, anche nelle parti vocali, il che mantiene una
buona tensione per tutto il disco.
Non è la prima volta che un artista apparentemente estremo
ci cattura con una produzione dalle sonorità sorprendenti e
noi amiamo farci sorprendere! GB
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