Questa formazione viene da Carrara e dal 2010 porta avanti un progetto
di rilettura e rielaborazione delle musiche medievali e folk, prendendo
spunto sia dall’area mediterranea che dalla tradizione nordica.
Talvolta la strumentazione tradizionale viene accompagnata da ritmi
trance incalzanti e comunque nel complesso è musica che cerca
di coinvolgere l’ascoltatore con un tribalismo festivo e contagioso.
Devo dire che quando ho visto i loro costumi di scena mi è
venuto da sorridere, però ascoltando il disco devo riconoscere
che fanno sul serio, poi la modernità del loro sound può
piacere o meno, ma apprezzo lo sforzo di rendere attuali musiche che
possono sembrare relegate al passato, alle rievocazioni storiche e
ai festival folk. In questa veste invece ci si può lasciar
trasportare in una danza liberatoria, che pesca nelle nostre radici
culturali, ma che non ha paura di suonare attuale e qualche volta
anche un po’ irriverente. GB
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