| Anche se questo è il loro quarto album in studio hanno quasi 
            trent’anni di carriera alle spalle. Non conoscendo i loro lavori 
            precedenti non posso fare paragoni col passato, quello che si ascolta 
            in questo nuovo sforzo discografico fa immaginare un percorso artistico 
            di valore, perché si tratta di un disco ricco di suggestioni 
            e molto ben suonato. La formazione oggi è composta da Marco 
            Fehmer alla voce e chitarra, Beppi Menozzi alle tastiere, Pietro Balbi 
            alla chitarra e Mario Riggio alla batteria, poi troviamo il contributo 
            di diversi artisti, in particolare le parti di basso sono principalmente 
            suonate da Diego Banchero. Il genere proposto è saldamente 
            radicato nella tradizione prog.
 
 La cura è il primo elemento che traspare, la produzione è 
            maniacale, con ottime parti strumentali e un notevole lavoro sui testi, 
            cantati in italiano, che si innestano con efficacia sulle musiche, 
            cosa non comune nel nostro panorama. Un disco che trasuda vera passione 
            e si candida per entrare nel profondo del cuore degli appassionati 
            del genere. Unico difetto, almeno dal mio punto di vista, la copertina, 
            che trovo poco iconica. GB
 
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