Rock Impressions

Dave Kerzner - Static DAVE KERZNER - Static
Selfproduced / Cherry Red
Genere: Prog
Support: CD
- 2017


Per introdurre Kerzner a chi non lo conosce servirebbe un articolo intero. Insieme a Simon Collins (figlio di Phil dei Genesis) ha fondato i Sound Of Contact, che nel 2009 hanno vinto un prog award. Ha lavorato con nomi importanti quali Kevin Gilbert, Steve Hackett (che ha ricambiato il favore suonando in un brano), Keith Emerson, Alan Parson, Steven Wilson e molti altri. Il brano “Stranded” tratto dal suo primo disco solista è stato nominato come “anthem of the year” nel 2015, sempre dai Progressive Music Awards. In questo secondo album solista oltre al contributo di Hackett troviamo Colin Edwin (Porcupine Tree), Durga McBroom (Pink Floyd), Nick D’Virgilio (ex Spock’s Beard, Big Big Train) e molti altri. Poi come non segnalare l’artwork inconfondibile di Ed Unitsky, diventato ormai uno dei grandi illustratori del prog, al pari dei nomi che hanno fatto la storia delle copertine dei dischi. In sintesi un biglietto da visita di tutto rispetto, che rende intrigante l’approccio alla musica di Kerzner.

Static è un concept album nella migliore tradizione prog, o se preferite una “rock opera”, pensato come una piece teatrale. Il tema è il caos in cui viviamo, visto come “rumore di fondo” nelle nostre vite, dominate dal culto dell’ego, da gelosie, da una tecnologia sempre più invadente, dall’abuso di sostanze psicotrope, da corruzione e ipocrisia, che ormai imperano nel mondo politico e nei media, insomma un bel quadro a tinte fosche sui mali che ci affliggono, che a guardare bene sono molto antichi.
Il disco è ricco e complesso, si snoda lungo quattordici brani, che presentano una notevole varietà di scrittura, pur mantenendo un unicum compositivo. Dave è sicuramente un visionario e la sua musica è densa, offre continuamente spunti di riflessione. Static è costruito con meticolosa dovizia e mescola elementi classici ad altri moderni, traducendosi in un linguaggio che unisce mirabilmente passato e presente, dando continuità e attualità ad un genere musicale, il prog, che continua ad affascinarci.

Un grazie sentito a Kerzner, nome che spero diventi sempre più noto, perché la musica ha bisogno di artisti del suo calibro, capaci di far sognare anche quando vengono a dirci che il mondo là fuori non è proprio quel paradiso a cui tutti aspiriamo. GB

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