Per introdurre Kerzner a chi non lo conosce servirebbe un articolo
intero. Insieme a Simon Collins (figlio di Phil dei Genesis) ha fondato
i Sound Of Contact, che nel 2009 hanno vinto un prog award. Ha lavorato
con nomi importanti quali Kevin Gilbert, Steve Hackett (che ha ricambiato
il favore suonando in un brano), Keith Emerson, Alan Parson, Steven
Wilson e molti altri. Il brano “Stranded” tratto dal suo
primo disco solista è stato nominato come “anthem of
the year” nel 2015, sempre dai Progressive Music Awards. In
questo secondo album solista oltre al contributo di Hackett troviamo
Colin Edwin (Porcupine Tree), Durga McBroom (Pink Floyd), Nick D’Virgilio
(ex Spock’s Beard, Big Big Train) e molti altri. Poi come non
segnalare l’artwork inconfondibile di Ed Unitsky, diventato
ormai uno dei grandi illustratori del prog, al pari dei nomi che hanno
fatto la storia delle copertine dei dischi. In sintesi un biglietto
da visita di tutto rispetto, che rende intrigante l’approccio
alla musica di Kerzner.
Static è un concept album nella migliore tradizione prog, o
se preferite una “rock opera”, pensato come una piece
teatrale. Il tema è il caos in cui viviamo, visto come “rumore
di fondo” nelle nostre vite, dominate dal culto dell’ego,
da gelosie, da una tecnologia sempre più invadente, dall’abuso
di sostanze psicotrope, da corruzione e ipocrisia, che ormai imperano
nel mondo politico e nei media, insomma un bel quadro a tinte fosche
sui mali che ci affliggono, che a guardare bene sono molto antichi.
Il disco è ricco e complesso, si snoda lungo quattordici brani,
che presentano una notevole varietà di scrittura, pur mantenendo
un unicum compositivo. Dave è sicuramente un visionario e la
sua musica è densa, offre continuamente spunti di riflessione.
Static è costruito con meticolosa dovizia e mescola elementi
classici ad altri moderni, traducendosi in un linguaggio che unisce
mirabilmente passato e presente, dando continuità e attualità
ad un genere musicale, il prog, che continua ad affascinarci.
Un grazie sentito a Kerzner, nome che spero diventi sempre più
noto, perché la musica ha bisogno di artisti del suo calibro,
capaci di far sognare anche quando vengono a dirci che il mondo là
fuori non è proprio quel paradiso a cui tutti aspiriamo. GB
Sito Web
|