Siamo al quarto album della saga gothica dei nordici Lacrimas Profundere,
con un sound che entra subito in mente e ti mette tanta nostalgia.
Già perché i nostri hanno imparato bene la lezione dei
gruppi anni ottanta, almeno quella più "commerciale",
certe sonorità, certi giri, certe atmosfere, un certo modo
di cantare, sono tutti ingredienti distillati da quel periodo, quello
che invece manca è la voglia che c'era allora di sperimentare
con la musica e non è roba da poco.
La proposta non è male, il groove ottantiano è mescolato
col metal, sulla lezione dei soliti Sisters, ma c'è qualcosa
anche di Siouxie e dei Damned, i pezzi sono belli e funzionano, talvolta
ci sono pure delle ottime soluzioni, quindi Ave End è un disco
che va ascoltato per valutarne l'acquisto.
La voce di Christopher da un contributo indispensabile alla riuscita
dei pezzi, con il suo canto malinconico che sembra arrivare da un'altra
dimensione. Undici tracce di gothic metal con tastiere e due chitarra,
cavalcate serrate si alternano a brani più cadenzati, ma è
sempre più o meno la stessa minestra che viene girata, rigirata
e allungata, alla fine resta un brodo che piacerà molto ai
consumatori di bocca buona e molto meno a chi è in cerca di
raffinatezze e originalità.
Il pezzo più scontato è proprio "Ave End",
mentre fra gli episodi che mi sono piaciuti di più segnalo
"Testify", "Evade" e l'apocalittica "Wake
Down". Per chiudere devo dire che albums come questo sono proprio
divertenti, nel senso che è musica che si ascolta volentieri,
che non disturba, che non fa paura, ma proprio questo è il
problema. GB
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