Con il secondo album la band fiorentina mette a segno un altro colpo.
Il sestetto è autore di un rock molto gotico, che si ispira
primariamente alle colonne sonore dei film a cavallo tra gli anni
’60 e ’80, evidente la predilezione per il prog rock,
che si esprime nella strumentazione usata, troviamo infatti il flauto
e la viola (e anche il violino), oltre ai tradizionali chitarra, tastiere,
basso e batteria. Si tratta di musica strumentale molto profonda e
oscura, che chiede un ascolto attento e devoto. Mi piace segnalare
che il disco è stato realizzato col contributo della Regione
Toscana, che dimostra di credere nell’arte, cosa che oggi sembra
sempre più utopica purtroppo.
Il disco è un’opera in due atti, l’editing del
cd non è proprio azzeccato, prevedendo una pausa tra brani
che sembrano avere una continuità. Ma a parte questo si tratta
di composizioni visionarie grandiose, degne dei grandi maestri che
hanno ispirato questi artisti. Di certo qualcuno noterà alcune
affinità coi Goblin per fare un esempio, ma questo progetto
abbraccia anche altri generi musicali e risulta molto più complesso.
Nell’insieme il risultato è molto più attuale
di quanto possa aver fatto pensare, anche se la concezione di questa
musica è certamente radicata nel periodo di riferimento.
Un disco bello e intenso, che non deve assolutamente mancare per gli
amanti del rock a tinte dark. GB
|