JULIETTE
LEWIS + SCANNERS - Live at Magazzini Generali Milano 21/11/09 di Giancarlo Bolther |
Fra i dischi che più mi hanno sorpreso e incuriosito in questo anno (2009) c’è sicuramente quello di Juliette Lewis, la star del cinema che sta trovando la sua vera natura come cantante e che cantante!. Per questo ero molto intrigato di vederla all’opera, anche perché i filmati che girano su YouTube mostrano una cantante dalla grinta fuori dal comune, di quelle che non si risparmiano un secondo per tutta la durata dello show. La prima cosa che mi ha fatto molto piacere è stato vedere la buona partecipazione di pubblico, che durante l’esibizione della Lewis ha riempito tutto il locale. |
Di spalla a Juliette c’erano gli Scanners (da non confondere coi metallici Skanners), un gruppo proveniente da Londra di quattro elementi, due femmine e due maschi, di cui non avevo notizie. |
Capitanati da una cantante abbastanza grintosa, mi ricordavano vagamente i Pretenders, la loro musica era un indie rock piuttosto diretto ed energico abbastanza piacevole da ascoltare, anche se non ho sentito dei brani memorabili. |
I vari componenti della band suonavano vari strumenti e dimostravano un buon senso dello spettacolo, gli arrangiamenti erano abbastanza curati, con l’innesto di strumenti come lo xilofono e le tastiere, niente di eccezionale, ma più che dignitosi e il pubblico ha dimostrato di apprezzare la loro esibizione. MySpace Scanners |
Ovviamente tutti erano li per lei e quando è arrivato il suo turno l’eccitazione del pubblico era palpabile. L’esibizione della Lewis è stata aperta a sorpresa da una memorabile hit di fine anni settanta, “Born to Be Alive” di Patrick Herandez, una specie di dichiarazione di intenti di Juliette, che sembrava voler affermare come il palco la faccia sentire viva. |
L’ingresso è stato salutato con un boato del pubblico e Juliette è partita subito in quarta con “Romeo”. La band di spalla a Juliette è il suo nuovo gruppo, i New Romantiques, composto da due chitarristi, una bassista e un batterista. |
La Lewis è una molla impazzita, salta, corre, si agita, non si ferma un secondo, tanto che ho dovuto faticare un bel po’ per starle dietro con la macchina fotografica. I brani si susseguono con un buon ritmo e in scaletta troviamo molti pezzi che Juliette aveva composto col suo gruppo precedente i The Licks come “Purgatory Blues”, “Got Love to Kill” o “Sticky Honey”. |
La band ha un tiro eccezionale e con una cantante come la Lewis sul palco non c’è un attimo di tregua. A Juliette piace molto anche interagire col pubblico e candidamente ammette di essere rimasta sorpresa per la calda accoglienza italiana, dice: “mi aspettavo di vedere 50-60 persone… invece il locale è tutto pieno! |
Torneremo ancora l’anno prossimo!”. Poi scende dal palco e abbraccia i presenti nelle prime file, che, come potete immaginare, sono andati in visibilio e lei… “don’t be crazy!!!!” e come si faceva? Molto bella anche l’esecuzione della poppeggiante “Uh Huh”, che sul palco guadagna in energia. |
Chiude lo show una intensissima “Suicide Dive Bombers” e Juliette abbandona il palco lasciando un pubblico entusiasta. Non ci sono stati bis, ma non ho visto nessuno lamentarsi per questo. Grandissimo show, io amo questa cantante, Juliette è pura dinamite! GB |
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