Da diversi anni la band dei fratelli Giovanni “John Goldfinch”
e Andrea Cardellino porta avanti un dark metal teatrale che affonda
le radici nel doom e nella NWOBHM di gruppi come i Whitchfynder General
e Cloven Hoof, ovviamente debitori anche della scena tricolore che
in questo filone presenta diversi talenti unici.
Non a caso il primo brano nel testo tributa un omaggio al maestro
indiscusso italiano Paolo Catena. Fra testi oscuri e cadenze rallentate
si snoda la mesta processione di questi artisti con un incedere solenne
ed epico. Negli anni il gruppo è cresciuto e questo nuovo album
a livello di songwriting mostra una maturità che era meno evidente
in precedenza. Le atmosfere gotiche e decadenti sono molto efficaci
e più personali, se agli inizi potevano assomigliare ad altri
artisti del filone dark, oggi presentano una varietà di atmosfere
che pone in risalto la loro proposta che oggi merita di stare al fianco
di diversi classici.
Il cantato in italiano, che è sempre stato difficile da abbinare
a queste sonorità, è gestito bene e aiuta l’ascoltatore
a calarsi negli ambienti oscuri descritti, che pescano i riferimenti
nei film horror e nella tradizione esoterica. L’Impero delle
Ombre ha dato alle stampe un disco malignamente efficace di cui sentiremo
parlare negli anni a venire. GB
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