Altra formazione incontrata sul palco del coraggioso Rock On The Rock,
il festival di metal cristiano che da alcuni anni si tiene nei pressi
del lago di Garda. Chi c’è stato sa che anche nelle fila
“cristiane” si nascondono artisti che sanno come si fa
il metal. Ragazzi dallo spirito indomito che non hanno paura di salire
sul palco e contro ogni tendenza accostare tematiche impegnate accompagnate
da un linguaggio musicale molto diretto e coinvolgente.
La formazione propone un Nu Metal che lascia senza fiato, non essendo
molto ferrato in questo genere non posso fare dei raffronti con altre
band, ma mi vengono in mente i Rage Against The Machine e certo Grunge,
ovvero un ottimo crossover che ti colpisce diretto con la sua forza
emotiva, coi suoi stop and go e le sue ritmiche martellanti. Inoltre
certi giri di basso mi ricordano molto da vicino anche la scena gothica.
L’album si compone di undici brani molto coesi e granitici,
la coerenza è sicuramente uno dei capisaldi del disco e in
questo genere è sicuramente un ingrediente determinante.Rabbia
e forza si scontrano per risvegliare le coscienze degli ascoltatori,
per dire che il rock non è solo sesso e droga, ma che può
anche farsi portatore di messaggi positivi, attraverso un linguaggio
molto immediato e chiaro, che sia capace di arrivare dritto al cuore
delle giovani generazioni, in particolare di quelle che non frequentano
più certi ambienti.
C’è bisogno di gruppi come i Mammuth, c’è
bisogno di tutti per costruire un mondo nuovo e ogni sforzo è
più che benvenuto. Aprite i cuori al rock cristiano! GB
-----------
I Mammuth rilasciano un disco ancor più maturo rispetto all'eccellente
"Shine" che lo precedette, anche se il suono minaccioso
ed iper-compresso che caratterizza "Die to rise in spring",
che rende a tratti davvero ostico l'ascolto, non cede sicuramente
ad alcun compromesso, dichiarando d'altronde apertamente l'integra
attitudine che anima il quintetto svedese.
Sporadici spiragli melodici appaiono come fugaci lampi di luce che
a stento trafiggono la densa cappa di caligine che adombra ogni una
delle undici brevi tracce, indicando l'esistenza, necessaria, di un
fondo di speranza. I Mammuth, amici miei che mi state leggendo, cantano
Iddio, e lo fanno praticando il verbo più difficile. Non levano
odi, bensì denunziano chiaramente le brutture e gli errori
che deturpano l'odierna società civile (?), smarrita nei cupi
labirinti del male, inteso in tutte le sue molteplici ed agghiaccianti
forme e manifestazioni. Il susseguirsi dei riff genera un tumultuante
magma sonico d'una eccezionale compattezza, e la sensazione di soffocamento
che ne deriva viene ulteriormente amplificata negli ultimi pezzi di
"Die to...", un vero e proprio grigio muro di sofferenza
e di dolore contro il quale cozzano le note levantesi dagli strumenti.
Un tema che pare ripetersi all'infinito, stordente. Un attacco continuo,
lacerante l'animo tanto è profondo.
I Mammuth sono dei musicisti coraggiosi, non v'è dubbio, oltre
che convinti credenti, pronti a dichiarare la loro Fede senza timore
alcuno. Appunto perchè confortati da Dio. Non v'è miglior
supporto alle loro parole che la musica che producono, bandiera di
un Credo incorruttibile e fortificante. AM
Sito Web
|