Chi
segue l’Heavy Metal conosce gia bene il nome di Andre Matos.
Un personaggio per molti scomodo, di carattere deciso e poco avvezzo
a compromessi. Ma il vocalist brasiliano ex Angra e Shaaman ha una
voce davvero bella, davanti alla quale gli si può perdonare
tutto.
Nella sua musica si riscontrano molteplici fattori, dall’Heavy
Metal puro al classico e barocco con tanto di volate a doppio pedale,
che molto spesso mi ricordano gli Helloween dei tempi che furono.
Dopo l’ennesima scissione, Matos realizza il suo primo album
solista, un piatto ricco di emozioni, nervoso e a tratti tecnico,
ma sempre attento alla melodia ed al lato più commerciale dell’Heavy
Metal.
Dopo l’introduzione di rito, l’opener “Menwell”
al riguardo la sa davvero lunga. “Letting Go” è
un brano completo, con un riff entusiasmante ed una struttura variegata
che fa piacere anche a chi come me ama le fughe Progressive. Le chitarre
di Hugo Mariutti e di Andre Hernandes sono davvero efficaci, così
come la produzione, affidata nientemeno che a due vecchie volpi del
campo, come Sascha Paeth e Roy Z. Si gode nelle fughe chitarristiche
neoclassiche, dei cambi di ritmo e negli sbalzi umorali di tutti i
brani, che si aggirano approssimativamente sui sei minuti. La voce
di Matos ovviamente è il punto cardine di “Time To Be
Free”, un disco che comunque non toglie e non aggiunge nulla
nella carriera del brasiliano. Infatti chi lo ha sempre amato continuerà
a farlo senza restrizioni, mentre chi lo detesta non farà altro
che buttare benzina sul fuoco del suo operato. Personalmente ritengo
questo esordio solistico un lavoro onesto, professionale, ricco di
alti e perché no anche di bassi. Per fortuna i momenti di stanca
sono davvero pochi.
Forse troppe cavalcate si aggirano nel cd, ma questo si sa è
il mondo del Power Metal Melodico e di Andre Matos, al quale mi sento
di fare solo che i complimenti.
Dategli un ascolto e non ve ne pentirete. MS |