Bossanova, Jazz, Tango, Folk è il mondo sonoro del polistrumentista
Valter Monteleone e “Hill Park” è un diario di
viaggio. L’artista di Siena racchiude in sei frammetti musicali
alcune delle sue emozioni che scaturiscono dai ricordi di differenti
luoghi. Questo modo di agire ricorda l’operato del pittore,
fissare un ricordo paesaggistico su tela, Valter invece lo marca nella
mente dell’ascoltatore attraverso i suoni.
Colori ed immagini si intersecano fra le note ed il modo di concepire
la musica in modo quantomeno elegante e pulito.
“Bossando” è un viaggio nel Brasile, caldo ed avvolgente,
dove i colori e la vita riempiono l’occhio di chi sa guardare.
L’accompagnamento del pianoforte rendono di classe le atmosfere
del brano. Si aprono improvvisamente gli anni ’60 in “Castle”,
ispirato da una città senza tempo come Londra. Un Jazz sussurrato,
narrato, sentito e la voce calda fanno del pezzo un piccolo momento
di meditazione. Colpiscono al primo impatto le proposte di Monteleone
perché la musica è intimistica e senza troppi fronzoli.
La title track è da sottofondo per serate gradevoli al lume
di candela, grazie alla Bossanova che si amalgama con uno swing ruffiano.
Il mondo musicale di Monteleone, come dicevo all’inizio, è
comunque vasto e con “Gardens” presenta uno scorcio di
Flamenco spagnolo vicino anche a del Tango argentino. Personalmente
apprezzo molto “Senliss106” perché nei quattro
minuti si trova tutta l’anima e la cultura di questo musicista
pugliese di adozione, oltre che dei cambi di tempo intenti ad alzare
l’attenzione di chi ascolta. Chiude l’album “JumpinJazz”
ed il titolo è di per se tutto un programma.
“Hill Park” è un disco rispettoso che a sua volta
va rispettato, perché nella semplicità sa scaturire
emozioni forti. Quando la musica è un treno in movimento. MS
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