Vi mancano tanto gli Oasis, le fanfaronate, i litigi, le scazzottate,
i divorzi, fra cocaina ed alcool come piovesse? Beh, al corredo gossipparo
potete rimediare (magari con qualche sberla ben assestata al fratello/alla
sorella, tanto per sentirvi tanto Liam/Noel), ma se vi accontentate
della musica, allora ecco per voi i The Moon.
Provenienza Friuli, il mio Friuli che, se vi stilassi un bell'elenco
delle eccellenti realtà underground che lo popolano il buon
GB potrebbe davvero arrabbiarsi di brutto, tanto sarebbe esteso, sound
che non può non ricordare quello dei sopra citati (e che i
Beady Eye... ma dai, che si ascoltino "I just wanna fly"!)
ma non solo, perchè l'apporto psychedelico è ben presente
ad ingrossare la grana di queste dieci tracce che alla fine assommano
a poco più di venticinque minuti, tanto però basteranno
a convincervi definitivamente che Spino (voce e chitarre), Charles
(idem), Den (basso) ed il folle Pio3 (drums) sono proprio convinti
che la missione vada compiuta, fino in fondo. Muri di chitarre, ritornelli
contagiosi, sana attitudine sixties che emerge a tratti, sarà
anche derivativo, "Lunatics", ma davvero importa, quando
a guidarci è la bella melodia? "Standing in the sky"
profuma di pioggia appena caduta, di polvere ed asfalto bagnati, e
camminarci tra le pozzanghere (e specchiarvici) si trasforma in un
esercizio di sana distensione fisica e mentale, l'opener "Rose
in the land of tears" si genuflette con divozione dinanzi agli
altari del pop inglese, arrampicandosi poi sul muro ricoperto d'edera
innalzato dalle stesse chitarre che sostengono "Summer",
in un giuoco di continuità che, giunti alla conclusiva, breve
"Nothing" vi farà sobbalzare eclamando "...ma
è già terminato?", ottimo segnale, perchè
The Moon vi avranno allora conquistati! Ma dove sarà finita
quella polo colla Union Jack... (P.S.: cercate il video di “Rose
in the land of tears”!). AM |