INTERVISTA
AI MOONLIGHT COMEDY di Massimo Salari Cominciamo questa intervista con la presentazione del gruppo: Chi sono i Moonlight Comedy? Come nasce il progetto? Ufficialmente nel settembre del ’98 quando da un’idea dell’ actor III e dell’actor V si è formata una band che voleva, da subito, comporre pezzi propri. Il proposito era quello di un messaggio musicale emanato mescolando sia componenti musicali, che visive, che sensoriali. Il percorso allora avviato è tuttora vitale Tempi dispari, cambi di tempo, fughe strumentali ed un ottima voce, quella di Emiliano, ma è sempre più difficile scovare nuove soluzioni nella musica di oggi. Nel vostro caso si ascolta un ottimo songwriting, c’è una mente portante nel gruppo? Non credo che i ‘light risentano di una individualità emergente. Penso piuttosto che ognuno di noi riesca ad emettere le sensazioni migliori di se stesso nel progetto apportando al combo il proprio contributo. Gli attori hanno un senso se lavorano per la commedia e viceversa. A quale vostro brano siete più legati e perché? Tutte le songs sono figlie di un momento particolare e quindi ci appartengono per un loro specifico motivo. Se devo, però, effettuare una scelta, la preferenza va a Masters of your mask perché solo accettando la maschera che devi indossare per essere te stesso in ogni momento, potrai divenirne davvero signore. Cosa raccontate nei testi di “The Life Inside”? Semplicemente il nostro senso della vita. Quella che viviamo ogni giorno; con le sue sensazioni, sentimenti, bellezze e brutture. Non può esserci argomento più affascinante. Solo trasponendo il vissuto nelle parole di un brano si riesce completamente a trasmetterlo a chi lo ascolta. E dell’artwork cosa ci raccontate? Anche quello è un aspetto del progetto ‘light. Il senso di vuoto è spesso quello che più fortemente si sente quando sei a contatto con il lato più estremo e sincero di te stesso. The life inside vuol proprio riferirsi alla difficoltà di significare un uomo quando in realtà hai una incredibile voglia di apparire bambino. Non è il complesso di Peter Pan ma il desiderio di restare ammagliato di fronte alle cose della vita come se si fosse eterni bambini. Cosa c’è da migliorare e cosa va bene nel gruppo e nella musica? C’è sempre da migliorare. Se non ci si evolve allora è meglio smettere. Certo siamo una band operativamente giovane e vogliamo migliorare sia nel songwriting che nell’esibizione live. Questo perché dobbiamo proseguire su un percorso di personalizzazione dei brani e dei messaggi contenuti senza per questo allontanarci dalla melodia. Per farlo bisogna costantemente giocare un gioco di equilibri ed evolversi a piccole ma decisive tappe. Uno dei prossimi obiettivi, che sicuramente affronteremo nel secondo album, è quello di inserire componenti elettroniche più incisive. L’importante è che il messaggio risulti sempre ‘light. Qual è la sinergia che unisce voi alla luce della luna? Luce naturale di un palco sul quale rappresentare la commedia della vita in musica. L’immagine ci ha colpito da subito e l’abbiamo resa immediatamente nostra. Inserirete mai nuovi strumenti nella vostra line up? Se si quali? Per adesso non abbiamo di questi progetti ma in futuro non è detto che non ci muoveremo in questa direzione. Quali sono i dischi che vi hanno fatto prendere gli strumenti in mano? Tutto il prog ’70s, ’80s e ‘90s. Per non parlare dei movimenti e delle band attualmente più significative, almeno per noi, come i “Pain of Salvation” tanto per fare un nome. Invece quali sono i gruppi di oggi che stimate di più? Un nome per tutti l’ho già fatto rispondendo alla precedente domanda. Potrei farne altri ma non credo sia opportuno parlare di una piuttosto che di un’altra band. L’importante è ascoltare musicisti che hanno qualcosa da dire e che non compongono tanto per riempire il già sovraffollato mondo musicale. Anche in questo caso la sensazione che si coglie ascoltando un brano deve essere quella che ti fa scegliere di comprare tutto l’album. Quali sono stati i momenti più importanti della vostra ancor breve carriera? Sicuramente quando, già al secondo promo, abbiamo avuto la possibilità di registrare il primo disco con la Legend Music firmando con una label come Lion Music. Questo ci ha permesso di crescere subito e di poter progettare le mosse per ben tre album. Momenti imbarazzanti? Ce ne sono sempre molti quando si condividono 7 anni insieme. Meglio non pensarci … ma quella volta in Calabria ……….!!!!!! Cosa deve fare un gruppo Metal Prog di oggi per emergere dalla mischia? Comporre senza pensare a somigliare a questo piuttosto che a quell’altro gruppo. E’ un errore mortale perché non si cresce e si perde moltissimo tempo da utilizzare in un altro percorso che è quello, tutt’altro che breve, di crearsi uno stile proprio. Una volta approcciata questa via non bisogna mai fermarsi e progettare sempre in grande guardando ad etichette e distribuzioni internazionali visto che ci sono e cercano continuamente band efficaci. Una volta esistevano gruppi bandiera con un seguito di fans fedele ed incallito, se poi andiamo ad analizzare chi erano ci rendiamo conto che ancora oggi sono quasi tutti in attività (Iron Maiden, Saxon, Manowar, Slayer, Metallica…). Ai nostri giorni sembra scarseggiare il talento puro, secondo voi di cosa è malata la musica? Di eccesso di produzione. Noi, nella nostra prima esperienza abbiamo visto che occorrono almeno tre anni per distribuire un album decente. Come sia possibile che delle band producano un album ogni anno è cosa che tardiamo a comprendere. La qualità non può sposarsi con la quantità ed il risultato è che molte line-up valide si bruciano nella brama iperproduttiva. Bisognerebbe tornare alla ricerca di un prodotto più interessante piuttosto che mettere sul mercato tutto quello che si compone. Mi rendo conto che non è semplice perché le label spesso premono per avere uscite costanti ma, crediamo, che sia l’unica strada praticabile per sopravvivere almeno un decennio. Suonereste mai un brano lungo tutto l’intero cd? Se si, quale argomento amereste trattare? Se sentissimo la giusta ispirazione lo faremmo senz’altro. Molto probabilmente potremmo seguire questa strada per un concept album sulla vita di un uomo attraverso le varie stagioni dell’esistenza. Quant’è importante per i Moonlight Comedy l’attività live? E’ l’altra faccia della medaglia ‘light. Certo l’attività di songwriting ci ha, fin ora, portato via molto tempo ma ci siamo ripromessi, dopo l’uscita del sequel di “The Life Inside”, di predisporre un tour live ed avviare appieno quel percorso che ci ha visto partecipare sì a serate importanti e a fianco di nomi già noti – teatres des vampires, ciaff, sacret shpere etc. – ma certamente in un numero ancora ridotto di date. Nel futuro lavoreremo anche per questo. Parlateci dei lavori precedenti realizzati per la Lion Music. L’actor V ha partecipato a più progetti per la label finlandese e l’actor III sta completando il suo album solista che uscirà sempre con Lion music in autunno. Rinvio comunque al nostro sito – www.moonlightcomedy.com – per i chiarimenti. Su quale nazione puntate di più per le vendite? Non credo si possa prescindere da quei paesi dove il genere è maggiormente seguito e quindi mi vengono in mente sia gli stati sud americani che l’oriente più estremo oltre all’inossidabile nord Europa Cosa hanno in serbo oggi i Moonlight Comedy? Siamo inpegnatissimi nel songwriting del secondo album. Il materiale ci piace molto e suona certamente più prog. di The life inside. Abbiamo scelto di proseguire il percorso dei ‘light proprio su questa strada. Se la vostra musica fosse un vino, che etichetta avrebbe? Sarebbe molto facile parlare di etichette famosissime che richiamerebbero, ai più che se ne intendono, la storia ed il prestigio di una casata vinicola. Io, però, preferisco i vitigni autoctoni italiani che si trovano solo presso i cultori e che magari, un giorno, diventeranno l’equivalente di un Sassicaia o di una Tenuta all’Ornellaia – i sommeliers sanno di cosa parlo. Quindi scelgo, per descrivere i ‘light, il meraviglioso Sum che altro non è che una produzione pugliese di sussumaniello in purezza. Per me sarà uno dei grandi vini del futuro. PS: non impegnatevi a cercarlo perché è praticamente introvabile. Grazie per la disponibilità e per concludere,cosa avreste voluto sentirvi chiedere? Che ne pensate della donna? E la risposta sarebbe stata: tutto il bene di questo mondo!!!!!!!!!!!!! Hi guys and keep on rockin' Salari Max Recensioni: The Life Inside Sito internet |