I salentini Muffx hanno già una discreta carriera alle spalle
e questo credo sia il loro quinto album uscito nel 2020. La band è
composta da un classico quartetto: Luigi Bruno chitarra e voce, Mauro
Tre tastiere (farfisa), Ilario Suppressa basso e Alberto Ria batteria.
Musicalmente sono un vero crocevia di culture, mescolano con disinvoltura
prog rock psichedelico e sonorità mediterranee, jazz e timbriche
hard rock, in questo caso il titolo del disco sembra più un
invito ad abbattere i “confini”.
Il disco è composto da sette brani con grande prevalenza delle
parti strumentali, che sembrano lunghe jam sessions, del resto è
registrato quasi interamente dal vivo. Partecipano come ospiti anche
Claudio Giagnotti e Gianluca De Mitri che suonano strumenti tradizionali.
Le atmosfere che si respirano sono dilatate e i brani sono molto vari,
questo rafforza la componente progressiva del disco, che è
sicuramente quella prevalente, ma la libertà compositiva di
questi musicisti sorprende ad ogni “svolta”. I confini
vengono idealmente sbriciolati una traccia dopo l’altra, emerge
forte l’abilità strumentale di questi musicisti visionari
ed è piacevole perdersi nei meandri delle loro composizioni
articolate.
Il cantato è l’unico lato debole del progetto, ma come
ho detto è musica prevalentemente strumentale e funziona benissimo.
I Muffx sono una band che potrebbe sorprendervi. GB
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