Questa band dal nome insolito è insieme da oltre dieci anni,
li incontro per la prima volta e da quanto leggo hanno seguito un
percorso artistico coerente che spazia tra tensioni post rock, dark,
psichedelia, ambient, senza per forza aderire ad una “corrente”
o limitarsi ad un “genere” prefissato, piuttosto hanno
spaziato con una certa libertà alla ricerca di un segno personale.
Quante Stelle quindi prosegue un cammino evolutivo e presenta cinque
lunghi brani suonati in presa diretta che sembrano delle lunghe jam
sessions, un po’ sull’esempio di gruppi nordici come gli
Oresund Space Collective. Musica dal forte carattere meditativo, anche
nei momenti più incalzanti non perde mai questo afflato psichedelico
per cui ogni etichetta risulta limitante. Anche il titolo del disco
rimanda a visioni cosmiche. Musica per lo più strumentale,
con le voci usate come strumenti, il tutto ha un sapore d’altri
tempi, di musica fatta per ascolti attenti, per chi ha voglia di viaggiare
con la mente.
I Nova Sui Prati Notturni sono una band fuori dal coro, propongono
una musica utopica, inadatta a questi tempi attuali, dove si predilige
il “fast” a tutti i costi. Forse più adatta per
colonne sonore o per arricchire delle installazioni artistiche. Ovviamente
chi ama perdersi nei meandri della mente troverà molti spunti
in questo lavoro. GB
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