Conosco questo progetto più o meno da quando è nato,
ho avuto per le mani altri lavori del trombettista sperimentale Paolo
Raineri come l’inquietante e potente Komara e lo sperimentale
e avanguardistico The Blessed Beat, dove troviamo il batterista Simone
Cavina (entrambe anche nei Junkfood), che se non ricordo male inizialmente
doveva far parte degli Ottone Pesante, poi però sostituito
da Beppe Mondini. Il terzo elemento è Francesco Bucci al trombone.
La prima “brass metal” band, ovvero metallo suonato col
metallo, niente chitarre ma una tromba e un trombone con batteria!
Follia!
Nei due album precedenti e nell’Ep il trio ha esplorato diversi
generi metal, raggiungendo i confini più estremi. Con questo
nuovo lavoro, dal titolo esplicativo, i tre si buttano nelle tenebre
del doom. Le parti sono rallentate, cupe, la tensione è considerevole
quando si affrontano i meandri più tetri del genere, il funeral
con cantato growl, nel complesso però non mancano passaggi
di grande suggestione. Devo dire che trovo davvero affascinanti le
composizioni di questi visionari.
Avrete capito che non si tratta di un esperimento dal gusto “commerciale”,
come alcune contaminazioni con gli archi sullo stile degli Apocalyptica
(che io apprezzo molto). Gli Ottone Pesante amano approfondire il
lato più sperimentale e inedito di questo strano connubio di
strumenti “atipici”, che in ogni caso ha molto a che fare
col jazz d’avanguardia. Un progetto fuori dagli schemi e follemente
creativo. GB
|