Fra le formazioni storiche giapponesi gli Outher Limits meritano un
posto d’onore, alle spalle hanno una buona discografia iniziata
nel 1985 con l’album Misty Moon. Poi nel ’93 il gruppo
si è sciolto ed è stato rifondato sei anni più
tardi, anche se solo oggi possiamo ascoltare il frutto di questa reunion.
Il sound degli Outher Limits è un mix di King Crimson, PFM
e del miglior prog italiano dei seventies. Ne esce un prog molto romantico
ed epico, art rock con momenti di grande lirismo, dove la tecnica
non è mai invadente e non soverchia mai le costruzioni melodiche.
In formazione abbiamo il tastierista Shusei Tsukamoto che usa anche
il famigerato mellotron e l’organo a canne, il bassista e cantante
Sugimoto Tadashi che ci diletta anche col contrabbasso e il violoncello,
il violinista Takashi Kawaguchi, il chitarrista Takashi Aramaki e
il batterista Nobuyuki Sakurai. Come potete vedere si tratta una formazione
atipica, in grado di proporre una gamma molto variegata di suoni e
di situazioni musicali.
Questa ricchezza la possiamo effettivamente ritrovare nelle dieci
tracce che compongono questo Stromatolite. Poche parti cantate e largo
spazio a quelle strumentali, delle sontuose partiture ricche di fascino,
dove le tastiere e gli archi trovano grande spazio, ma anche la chitarra
crimsoniana di Aramaki ci delizia. Gli Outher Limits hanno una spiccata
attitudine sinfonica e fanno una musica splendida, piena di vita e
di passione, in questo si differenziano da certa produzione patria
che talvolta eccede eccessivamente nel tecnicismo.
Stromatolite ci restituisce una band fenomenale, capace di comporre
del grande prog, retrò fin che volete, ma anche carico di passione.
Questi artisti non sono dei semplici emuli, loro credono in quello
che fanno e danno continuità ad una grande tradizione musicale,
anche se non sono innovativi è pur sempre un immenso piacere
ascoltare musica di questa qualità. GB
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