Pavoni è un tastierista romano, conosciuto in particolare per
quanto prodotto con la band prog Greenwall, uno dei gruppi più
interessanti del nostro panorama più recente. Non ha dato alle
stampe molti dischi, preferendo pubblicare solo quando c’era
del materiale che meritasse di essere pubblicato. In questo senso
anche le molte collaborazioni col team Musea/Colossus rientrano in
questa visione che potremmo definire “poco ma buono”.
Oggi, con lo stesso “pudore”, pubblica il suo primo disco
solista.
Canzoni in Verticale è una raccolta di brani prettamente in
stile cantautorale, quindi Pavoni si è staccato dal suo amore
per il prog, per inserirsi nella tradizione musicale popolare italiana
e lo fa con questo disco intimista e poetico. Una raccolta di ben
diciassette tracce, quindi un piatto “ricco”, che riassume
molti anni di militanza nel mondo della musica. Non è un disco
“prog”, ma a dire il vero ascoltando i brani si sente
la voglia di cercare soluzioni non banali, troviamo melodie articolate,
caratteristiche che piaceranno a chi segue Andrea da anni.
Tanto è il materiale e tanto ci sarebbe da scrivere, però
siccome mi piace essere sintetico cerco di focalizzare i punti salienti
di questo lavoro. Pavoni ha scelto di far cantare ogni brano da un
interprete diverso, sfruttando le tante conoscenze acquisite, questo
conferisce al disco molte tinte, ma c’è un’unità
compositiva riconoscibile. I testi sono molto lirici, una poetica
delicata e ricca di immagini emozionanti. Belle melodie, che solo
raramente ricordano altri autori, in qualche occasione mi è
venuto in mente Baglioni, ma solo sensazioni. Quello che manca è
un brano “radiofonico”, questo è un vero disco
d’autore, anche se meriterebbe di essere conosciuto. Ci sono
tracce strumentali, poche, ma significative, dove la passione compositiva
di Andrea emerge in tutta la sua forza espressiva. Devo dire che per
quanto i testi mi piacciano, soffrono un po’ della fatica di
far “suonare” l’italiano, la metrica è un
esercizio faticoso per il nostro idioma, il problema di molti artisti
nazionali, un po’ ne è afflitto anche questo lavoro,
con brani che sembrano testi musicati più che vere canzoni.
Pavoni in questo disco ha messo tutta la sua anima, un artista profondamente
sensibile, con cui è facile mettersi idealmente in dialogo.
GB
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