I
PROG AWARDS
(di Massimo Salari e Giancarlo Bolther)
La musica sta passando un periodo molto delicato in questo nuovo millennio
e di questo le case discografiche sono ben consapevoli. La tecnologia
sonora sta spingendo sempre più verso la digitalizzazione della
musica, ma, paradossalmente, la vendita dei "vecchi" vinili
è aumentata, dando così origine ad una contraddizione
di cui non si è percepito bene il significato. Oggi sognamo
un po' tutti di avere un sistema home theater con dolby surround e
parallelamente si moltiplicano le uscite Lo-Fi e i famigerati mp3,
che sono molto poco prestanti. In questa situazione si aggiunge internet,
che tende a globalizzare le culture e conseguentemente i generi musicali
e a rendere tutto accessibile anche se di bassa qualità sonora.
Che tutto questo sia a favore o a discapito della musica stessa, sta
ad ognuno di noi fruitori stabilirlo, ma resta il fatto che, nonostante
la crisi del disco, la quantità di uscite si è moltiplicata
notevolmente. Più facile ed economico fare oggi un cd, basta
l'apporto di un computer e di un buon programma, niente più
costi di affitto delle sale d'incisione di anni fa con costosi tecnici
al seguito. Queste sono solo alcune riflessioni su un problema molto
più articolato, ma che comunque spiegano almeno in parte perché
ci ritroviamo di fronte a così tante uscite discografiche.
La tecnologia non sembra più solo al servizio della musica,
anzi sembra quasi che l'abbia inconsciamente manipolata. Incongruenze
dunque, da una parte si cerca di migliorare la qualità della
musica, dall'altra si preferisce ascoltarla in maniera compressa,
senza affrontare il tema dei danni prodotti dal downloading illegale,
ma questa è un'altra malattia del nostro millennio che magari
tratteremo in altra sede. Ma tutto questo sta portando ad una maggior
produzione di buoni dischi?
La realtà è che più o meno la qualità
è rimasta invariata rispetto al passato, nel senso che è
solo sommersa da tantissime altre uscite a dir poco non professionali,
ed è quindi da ricercare con molta più fatica, perché
i veri talenti esisteranno sempre. In questa ricerca i media non aiutano
di certo a migliorare le cose, basta guardare MTV ed affini per capire
cosa le case discografiche ci vogliono imporre. Quando un brano ci
martella alla radio e alla tv dalla mattina alla sera, prima o poi
ci entra nella testa. La gente inizia ad amare quello che vede e ascolta
di più, perché inevitabilmente si lega alla sfera affettiva
dei ricordi personali e diventa un fenomeno culturale, che tende ad
identificarsi con una intera generazione... e la musica più
ascoltata di questi tempi non è certo la migliore in circolazione.
Siamo anche in una società che corre, in un mondo mordi e fuggi,
dove non c'è neppure un istante per mettere la marcia avanti
ad un semaforo, che quello dietro già vuole comunicare. Correre,
poi chissà dove?
La musica di oggi rispecchia la società "usa e getta",
video musicali dove cantano i corpi e non le voci, insomma ce ne sarebbero
di cose da dire, ma non è assolutamente vero che al giovane
d'oggi non interessa la musica più evoluta e ricercata. Non
è vero che non gli piacciono i suoni degli anni '70, infatti
sempre più giovani seguono i concerti dei cosiddetti "dinosauri"
del Rock e leggono riviste o webzine relative.
La musica Progressive è il "dinosauro" per eccellenza,
un calderone di generi miscelati fra di loro, di contaminazioni, si
va dalla Musica Sinfonica, al Jazz, all'Heavy Metal al Folk e chi
più ne ha più ne metta. Musica per la mente, non mordi
e fuggi, ma da "ascoltare" con attenzione e dedizione. Esattamente
il contrario di quella che viviamo oggi. Dicevano negli anni '70 la
band Arti & Mestieri "La musica è immagine per un
orecchio", quale miglior assioma.
I proseliti del Prog oggi sono pochi, è vero, ma affamati di
queste sonorità in modo viscerale. Ognuno di loro cerca disperatamente
ogni tipo di uscita e stranamente è anche intenditore accanito,
agguerrito pure nei confronti di un suo simile che magari non è
in linea con i suoi gusti. L'amore per questa musica senza tempo è
così grande che con i Progawards abbiamo pensato di premiare
chi veramente ha messo anima e corpo riuscendo a raggiungere risultati
eccellenti. Non abbiamo assolutamente avuto la pretesa di avere lo
scettro della verità, i Progawards sono nati come un riconoscimento
per quegli artisti che secondo noi meritavano una luce differente
rispetto ad altri gruppi, che già godono dell'appoggio dei
media. Un riconoscimento ad un genere che tanto ha saputo emozionare
dagli anni '60 ad oggi e che ingiustamente è andato fuori binario.
I Progawards non sono un premio solo fisico, ma soprattutto morale,
dove l'individuo è al centro della musica. La considerazione
per i talenti di oggi del Prog è un modo di ribellarsi e di
gridare al mondo che c'è ancora chi ha voglia di "ascoltare"
musica e non solo di "sentire" musica.
I tempi cambiano, ma la voglia di buona musica no.
COSA SONO I PROGAWARDS
L'idea è venuta a Fabrizio Catalano, noto frequentatore di
siti italiani ed esteri e titolare del sito www.proghifi.it. Attorno
al 2006, proprio navigando in rete, Fabrizio si è reso conto
che molti siti di settore si dilettavano ad eleggere una miglior band
dell'anno, ma un vero e proprio riconoscimento tangibile non veniva
mai dato. Coadiuvato dall'amico Alessandro Durante (co-produttore)
è nato dunque il desiderio di premiare ogni anno con una targa
gli artisti di musica Prog che si sono distinti in diverse categorie:
Migliore Band Italiana
Migliore Band Straniera
Migliore Debutto (dal 2008)
Migliore Copertina
Migliore Incisione
Migliore Label
Queste sono mutate negli anni a seconda delle scelte accordate dalla
giuria
Per esempio nel 2009 ci sono le categorie:
Best Progattitudes (band non necessariamente Prog che però
nella loro musica ne manifestano influenze)
Best Recording
Best Artwork
Best Debut
Best Italian Group
Best Foreign group
Jury's Special Prize
Mentre nel 2010
Best Production
Best Italian Records
Best Debut Records
Best Foreign Record
A questo punto serviva una giuria e la scelta è ricaduta ancora
su chi si era impegnato a promuovere in modo competente la musica
Prog su riviste e siti web. Lo sforzo per coadiuvare il tutto logicamente
è stato grande, considerando poi che ogni singolo giurato,
come ogni buon amante del Prog, ha una concezione propria di questa
musica, basata sull'esperienza e sul gusto personale. Di qui la difficoltà
di far collimare quanti più giudizi possibili, specialmente
nella scelta dei finalisti e dei vincitori.
Questo è il bello dei Progawards, il confronto, lo scambio
di cultura e il grandioso approfondimento sullo sviluppo di tale musica.
Il coraggio degli ideatori dei Progawards è stato dunque encomiabile,
non è assolutamente facile riuscire a far collimare differenti
giudizi su una musica che spazia dal polo nord al polo sud del pianeta
musica.
Le uscite annuali poi sono sempre numerose, di qui anche il notevole
sforzo dei giurati nel dover reperire sul mercato, quanti più
album possibili. Infine c'è da sottolineare che i Progawards
nascono esclusivamente come un progetto non a scopo di lucro, per
cui sostenuto solo dal volontariato e dalla passione di chi vi ha
operato.
Anche noi di Rock Impressions siamo stati chiamati a far parte di
questo progetto fin da subito, questo ci ha gratificato enormemente
e siamo stati molto fieri di aver fatto parte della giuria dei Progawards,
che purtroppo hanno visto concludersi come esperienza verso la fine
del 2011, per mancanza di risorse economiche e di tempo da parte degli
organizzatori.
I VINCITORI NELLE DIVERSE EDIZIONI
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