L’immagine di un dirigibile campeggia prepotente nella copertina
del cd, l’aereomobile sovrasta un mondo post moderno, ai limiti
del cyber punk, le tinte sono fosche e oscure, una simbologia che
suggerisce un sound potente, roccioso, molto bellico e le attese non
saranno deluse. Nati nel 2012 i Project Czar sono un trio tutto italiano
composto da Ivan Perugini a voce e chitarra, Alessandro Fermani al
basso e Mauro Tosoni alla batteria. All’attivo, per quanto ne
so, hanno almeno un altro Ep di quattro brani, con questo hanno dato
una svolta curando molto grafica e sound.
Il cd parte con la tormentata “I Was Ok” e il gruppo mostra
subito una forte personalità, belle melodie e un sound potente
al punto giusto, ma è la successiva “I’m Blind”
che mi convince di più, con un giro di basso vorticoso e una
linea vocale più originale e matura. “Defeat” sembra
una rivisitazione moderna di “Children of the Grave” di
Sabbathiana memoria, con una linea melodica meno oscura. “My
Heart In Your Hands” è una ballata non convenzionale,
mi piace la voglia di non lasciarsi condizionare da vecchi cliché.
“Strike” non mi fa impazzire, la band questa volta sembra
voler giocare sul sicuro e ha confezionato un heavy blues dal ritornello
un po’ troppo ripetitivo. Bella la title track, anche se l’inglese
non è proprio scorrevole, però il refrain è contagioso
al punto giusto. Altro centro la sofferta “Losing the Faith”,
piace soprattutto la capacità del gruppo di mescolare tensioni
moderne in un sound che fonda le sue radici nel passato. “Acid
Rain” offre un tempo rallentato, quasi fosse un vecchio blues
in chiave post moderna. Chiude l’energica “Jumo”,
party song da cantare dal vivo a squarciagola.
Grinta e fantasia non mancano a questa band, che ha bisogno di consolidare
il proprio sound, sembrano partiti col piede giusto ora speriamo che
trovino il supporto necessario per far volare alto il dirigibile rappresentato
in copertina. In fondo verrebbe da chiedersi: ma il rock non era morto?
GB
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