Emuli dei Death in June, i Puissance propongono delle litanie apocalittiche
su una base sinfonica elettronica con qualche accenno industrial.
La musica è molto suggestiva anche se a volte diventa prolissa
e un po' noiosa, ma l'effetto penso che sia voluto e ricercato. Il
cantato è insopportabile, in realtà di "cantato"
davvero non si può parlare, in quanto il singer si limita a
recitare i testi con una voce atona e priva di qualsiasi emozione,
ma anche questo fa parte integrante della filosofia del gruppo: loro
si ritengono profeti e cronisti di un genocidio annunciato.
Le musiche sono estremamente lente e sofferte e i testi sono terribilmente
cupi, per rendere l'idea un verso dice: "Chi scrive l'epitaffio
per la luce? Siamo noi". Suoni vagamente industrial per una "chiamata
alle armi" contro il mondo contemporaneo fatto di televisioni
prive di contenuti e di negozi che vendono solo un egoistico profitto.
I testi sono profondi, anche se fortemente pessimisti perché
secondo loro, prima o poi, arriverà l'uomo sbagliato, nel posto
sbagliato a premere il "bottone" sbagliato. Musica spettrale
per uno scenario privo di speranza.
Inizialmente avevo un giudizio molto negativo su questo disco, ma
andando più a fondo mi sono reso conto che si tratta di un
lavoro ispirato e molto coeso, coerente fino in fondo nel proporre
un messaggio di denuncia sociale che si può accogliere o rifiutare,
ma che merita considerazione. GB
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