INTERVISTA
AI THREE con Joey Eppard (versione
inglese)
di Giancarlo Bolther
The
End is Begun è il vostro quarto album e (secondo me) siete
cresciuti parecchio dagli inizi, vuoi fare un bilancio della vostra
storia?
Abbiamo iniziato come un gruppo di amici che facevano quello
che amavano di più e questo spirito non è mai cambiato.
Ovviamente il nostro modo di suonare è migliorato negli anni,
ma la passione è sempre la stessa.
I 3 sono nati nel 1993 nello scantinato della casa dei miei genitori.
Eravamo io e il bassista Chris Bittner, che in seguito ha coprodotto
tutti i dischi dei Coheed And Cambria. Ci serviva un batterista, così
abbiamo dato un rullante a mio fratello minore, Josh e così
siamo partiti. Eravamo dei ragazzini, ma abbiamo preso la cosa molto
seriamente. Il nostro battesimo è arrivato quando abbiamo aperto
per un importante gruppo di prog/punk di New York, i Peacebomb. Sono
stati i loro arrangiamenti creativi e la loro spontaneità sul
palco ad ispirare molte delle nostre composizioni del primo periodo.
Abbiamo iniziato velocemente ad avere una buona reputazione e a costruire
una solida base di fans nella nostra zona, in quanto avevamo una musica
molto sofisticata per essere un gruppo ancora piuttosto giovane. Abbiamo
speso molte ore di duro lavoro in studio per realizzare i primi demo,
che ci hanno fruttato un primo contratto con la Universal. Eravamo
circa a metà delle registrazioni del nostro primo album, Paint
By Number, quando una grande fusione ci ha spiazzati. La label ha
tagliato tutti gli artisti che che in quell’anno avevano venduto
meno di 150.000 copie di dischi, siccome noi non avevamo nemmeno finito
il primo album siamo stati scaricati senza tanti problemi. Questo
per noi fu un colpo molto duro e quasi subito causò lo scioglimento
della prima incarnazione dei 3. Josh smise di suonare la batteria
e Chris andò a lavorare nello studio dove stavamo registrando.
Dopo un po’ di tempo sono riuscito a trasformare la mia frustrazione
di allora in determinazione e così decisi di riformare il gruppo.
Negli anni che sono seguiti, avevo costituito un nuovo gruppo con
cui ho realizzato alcuni album per la Planet Noise Records. Nel frattempo
i nostri amici dei Coheed And Cambria, conosciuti come Shabutie al
tempo, cercavano un batterista e chiesero a mio fratello, che aveva
ripreso a suonare la batteria dopo una pausa di due anni, di unirsi
a loro. Firmarono un contratto con la Equal Vision e scesero in campo,
facendosi conoscere in poco tempo in tutta la nazione.
Nel 2004, sono finalmente riuscito a mettere insieme la mia line up
ideale, riuscendo a inserire alcuni membri chiave della band che più
ha influenzato i 3 degli inizi, i Peacebomb. Il cerchio si era chiuso
per il nostro progetto, permettendoci di tornare a sviluppare le nostre
radici più progressive. Con il nuovo gruppo siamo riusciti
a gestire tutto internamente alla band e abbiamo messo in piedi un
nostro studio dove abbiamo registrato “Wake Pig”, il nostro
primo album autoprodotto e pubblicato con la Metal Blade Records.
Secondo te quali sono le principali differenze fra i vostri
album?
“Paint By Number” (2000) www.planetnoiserecords.com,
è un album melodico con brani abbastanza diversi tra loro.
Il produttore aveva scelto di puntare maggiormente sulla nostra sensibilità
pop, piuttosto che sul nostro lato più progressivo, ma nonostante
questo siamo riusciti ugualmente a realizzare della musica intricata
ed energica al tempo stesso. In questo album c’era la nostra
line-up originale. Chris Bittner al basso, che poi è diventato
il coproduttore degli album dei Coheed And Cambria e Josh Eppard alla
batteria che poi anche lui è entrato in formazione coi Coheed
And Cambria.
“Half Life” (2002) www.planetnoiserecords.com
è stato il tentativo di catturare la nostra energia live e
di effettuare alcune rifiniture successive in studio. La maggior parte
del disco è stata registrata dal vivo a Kingston (NY). Avevamo
registrato molte altre canzoni dal vivo per programmi radio e per
programmi televisivi. Nel disco c’è una buona dose di
improvvisazione ed era anche il nostro periodo più funky. In
quel periodo ho fatto molti concerti con George Clinton e questo ha
avuto un notevole impatto sul mio stile compositivo.
“Summer Camp Nightmare” (2003) www.planetnoiserecords.com
è il nostro secondo album ufficiale registrato in studio, questo
disco torna a mettere a fuoco le caratteristiche più profonde
delle nostre composizioni. È stato un ritorno alle nostre influenze
pinkfloydiane e anche un passo avanti nel cammino evolutivo del gruppo,
perché abbiamo cercato di rendere più personale il nostro
sound fra la miriade delle nostre diverse influenze. Questo disco
ha un sound molto vintage, perché abbiamo usato solo strumentazione
analogica e abbiamo eliminato tutti i computers dallo studio di registrazione,
perché non ci piacevano le vibrazioni che emanavano.
“Wake Pig” (2005) www.metalblade.com
come ti ho già detto prima, dal 2004 finalmente sono riuscito
a mettere insieme la mia band ideale, che comprendeva dei musicisti
dei Peacebomb, che sono stati il gruppo che più di tutti ha
influenzato la band all’inizio dell’attività. Il
progetto ha trovato un suo punto d’arrivo, spingendo il sound
sul nostro lato più progressivo. Col gruppo così composto
abbiamo preso in mano tutto quanto in prima persona, abbiamo messo
in piedi un nostro studio di registrazione e abbiamo realizzato e
prodotto il nostro album di debutto con la MetalBlade Records. Questo
è il disco che abbiamo sempre sognato di realizzare.
“The End Is Begun” (2008) www.metalblade.com
dopo aver fatto un tour di un paio di anni a supporto di Wake Pig
eravamo pronti per tornare a casa e creare un nuovo album significativo.
Avevamo più di trenta idee/canzone su cui scegliere e alla
fine ne abbiamo selezionate tredici.
Abbiamo registrato tutte le prove che abbiamo fatto con un multi traker,
tenendo conto di ogni singolo strumento, poi con calma abbiamo riascoltato
tutto e aggiustato le composizioni. Questo ha anche aiutato il gruppo
ad essere più rilassato durante le sedute di registrazione.
Per questo album le nostre composizioni sono sembrate meno ortodosse,
ci sono molti più elementi prog e anche più elementi
classici nel sound. Il disco è stato mixato da Toby Wright,
mentre Wake Pig era stato mixato da me. Questo disco ha due faccie,
la prima metà è molto diversa dalla seconda. È
stata una dualità che volevamo rappresentare nel disco. Credo
che sia il nostro disco migliore.
Ci puoi raccontare di cosa parlano i brani di The End Is Begun?
“The Word Is Born Of Flame”:
è l’intro del disco. Inizia come un film, con la cinepresa
che lentamente zooma dall’alto ed entra nella scena. La voce
smuove l’ascoltatore immediatamente, grazie alla melodia leggermente
suadente creata su sessioni acustiche. L’ascoltatore ha immediatamente
la sensazione che “qualcosa sta per accadere” e così
è. Devi guardare tutto il film per scoprire cosa succede…
“The End Is Begun”: è il brano
che lancia il disco. Parte come un flamenco acustico stregato che
si evolve in un brano decisamente heavy. Quando ero bambino ero abituato
ad ascoltare i Led Zeppelin per ore, cantavo attraverso un fender
twin col riverbero a dieci cercando di assomigliare il più
possibile a Robert Plant. A quel tempo mi chiamavano tutti lo “Scoiattolo
Elettrico”. Ogni tanto questo mio lato riemerge nei cori di
questo brano. La gente spesso mi chiede: “who did you get to
sing on the chorus?”
“Battle Cry”: è una classica canzone
progressive, dinamica e melodica. Dal vivo è molto divertente,
così come è divertente anche su disco. Abbiamo composto
le parti armoniche degli assoli di chitarra mentre viaggiavamo sul
van per gli Stati Uniti.
“All That Remains”: è il primo
singolo estratto dall’album e rappresenta molto bene il nostro
gruppo. La batteria ha questo shuffle speciale e Gartdrumm (ndr. il
batterista) è in pieno tiro col tom e il ride. Le percussioni
hanno un richiamo vagamente afro sui ritornelli e sono sorretti da
un giro di basso veramente azzeccato. Le chitarre sono molto particolari,
una, con una sessione ritmica vivace che lascia spazio anche a una
parte dark-epic-rock. Prima di tutto ci siamo confrontati con una
tosta linea vocale e melodica e con le sue liriche rivelatrici: "Puntando
al nemico io fracasso solamente lo specchio. Strappi fuori I supi
cattivi occhi. vede nella Sua vita difensiva Tutto per la prima volta
fermo, Affogando in fiamme la stessa vecchia storia ma i nomi erano
stati tutti cambiati”.
“My Divided Falling”: è stato
il primo brano ad essere composto, musicalmente parlando. Il testo
non è immediato e occorre un po’ per poterlo comprendere.
Questo brano ha un groove molto interessante, c’è un’atmosfera
da caduta libera per il modo in cui ogni nota è anticipata.
“Serpents In Disguise”: è il brano
il cui testo è stato finito per ultimo. Sono stato sveglio
per 48 ore per finire questo testo e per sistemare le metriche. Poi
sono saltato su un aereo e sono volato a completare il missaggio del
pezzo. Ho sfondato dei nuovi limiti per questa canzone.
“Been To The Future”: è il pezzo
portante del mio solo album del 2002. Stavo facendo un piccolo concerto
acustico nella mia città di Woodstock e ho suonato questo brano.
L’altro chitarrista del gruppo, Billy, era fra il pubblico.
Alla fine del concerto mi raggiunse e mi disse che i Three dovevano
fare una versione del pezzo sul nuovo disco. Fui d’accordo!
“Bleeding Me Home”: questa canzone ha
il mio testo preferito, anche come arrangiamenti, inoltre c’è
uno stile di batteria selvaggio che ricorda molto quello di Keith
Moon.
“Live Entertainment”: è il brano
più vecchio di tutti. È stato composto prima della pubblicazione
di Summercamp Nightmare. È una grande pop song, anche se musicalmente
rappresenta uno dei momenti più superficiali del disco, possiede
un’energia grezza e pungente che funziona molto bene dal vivo.
“Diamond In The Crush”: questo brano
mi ha impressionato fin da quando l’abbiamo composto durante
le registrazioni di Wake Pig. Ha un sound che sembra un incrocio dei
Motley Crue con Elvis Costello. Un rock genuino con un ritornello
coinvolgente.
“Shadow Play”: originariamente questo
brano era stato concepito per entrare nel mio prossimo album solista
acustico, la musica è stata scritta durante un’infiammata
partita di ping pong giocata nello scantinato del nostro amico Rudy.
Con l’aggiunta della batteria questo pezzo assume un sound molto
zeppeliniano.
“These Iron Bones”: se solo avessi pensato
che stavamo suonando in modo troppo soft ecco questo brano ad aggiustare
il tiro. È stata l’ultima composizione musicale che abbiamo
registrato per quest’album.
“The Last Day”: questa canzone è
un’evoluzione del mio modo di comporre, si tratta di un incrocio
fra le mie influenze progressive e quelle folk. Questo brano è
la conclusione della storia, è un mix di malinconia e di speranza
che sorgono dalle ceneri della nostra autodistruzione / inganno. “È
l’ultimo giorno del mondo, tutte le stelle sparate in alto per
non essere raggiunte. Devo incontrarti nel mezzo, Tu ed io, gareggeremo
con la luce e vinceremo.”
Il vostro nuovo disco è forte e oscuro, quale messaggio
volete dare con questa storia?
Vero, ad un primo ascolto può sembrare molto oscuro. Anche
se una fine rappresenta sempre un nuovo inizio, quindi dipende molto
da come la storia viene interpretata e da chi la interpreta. Dipende
tutto da come tu la analizzi secondo la tua prospettiva. Spesso noi
impariamo a temere i cambiamenti e a cercare di resistergli, ma i
cambiamenti possono essere buoni. La verità è che l’umanità
è giunta al limite della sua fine. Noi dobbiamo esistere. Possiamo
scegliere di fermare il ciclo di violenze, di sofferenze inutili e
di sfruttamento indiscriminato delle risorse del pianeta, oppure possiamo
scegliere di lasciare che la fine ci consumi tutti. Qualsiasi strada
sceglieremo, dovremo comunque subire le conseguenze delle nostre scelte
o delle scelte che non abbiamo fatto. Siamo noi che determineremo
se la fine sarà una cosa buona o cattiva. Dobbiamo affrontare
le possibilità più oscure, dominare le nostre paure
per poter guardare oltre ad esse. Nel grande schema della vita c’è
molto più di quanto i nostri poveri sensi umani riescano a
cogliere. È a questo livello che troveremo la nostra salvezza.
Quindi la risposta è ancora che questo disco è un mix
di malinconia e di speranza al tempo stesso. Questo concetto è
molto ben espresso nel verso finale del disco: “È l’ultimo
giorno del mondo, tutte le stelle sparate in alto per non essere raggiunte.
Devo incontrarti nel mezzo, Tu ed io, gareggeremo con la luce e vinceremo.”
La mia canzone preferita è “All That Remains”,
mi ha veramente colpito! Mi puoi dire qualcosa di più su questo
particolare brano?
La maggior parte di questa canzone è stata composta durante
gli spostamenti in van da un concerto all’altro. Billy aveva
un Pandora’s Box collegato agli speakers di un computer portatile,
che lui indossava sul collo, mentre io avevo un adapter che mi consentiva
di suonare in questo sistema stereo. Abbiamo elaborato tutta la parte
armonica dell’assolo in questo modo. Concettualmente la canzone
ruota attorno a questa dualità: “Ordinary town”
/ “Devils underground” Le cose non sono mai quello che
sembrano. “Pluck out your Wicked Eyes” si riferisce al
fatto che la tua vista fisica limita le tue percezioni spirituali.
La canzone tratta di un’epica battaglia fra la luce e l’oscurità
nascoste in situazioni molto diverse e con diversi nomi.
Nelle vostre canzoni spesso usate dei ritmi complessi, ma
usati in un modo molto naturale, mi puoi descrivere il vostro processo
compositivo?
Per quest’album ho iniziato con molti demo acustici, alcuni
erano ben sviluppati, altri erano più grossolani. Li abbiamo
riascoltati da gruppo e sono state scelte le idee che erano più
adatte al nostro sentire di quel momento. Il passo successivo è
stato la preproduzione, in cui ci siamo esercitati a registrare i
pezzi. Questa è stata la fase in cui sono stati decisi gli
arrangiamenti. Una volta che i brani avevano assunto la struttura
definitiva, ho rifinito a casa mia le parti vocali, le melodie e i
testi.
A cosa ti ispiri per scrivere i vostri testi, mi pui dire
qualcosa di più?
Solitamente non parto mai da un punto preciso. Piuttosto mi baso più
sulle mie sensazioni e su intuizioni, generalmente inizio con una
melodia a cui do forma sistemando le note e aggiungendo le parole.
Presto inizio a vedere svilupparsi il frutto di questo lavoro e mi
basta proseguire. Cerco di estraniarmi a modo mio. La maggior parte
delle ispirazioni mi vengono dai grandi misteri, ci sono così
tante cose che non riusciamo a capire, ma che avvertiamo come possibili.
Sento con tutto me stesso che attorno a noi c’è molto
di più di quello che i nostri sensi ci offrono, credo che dovremo
affrontare molte grandi sfide, sfide che richiedono di sforzarsi di
vedere la verità assoluta senza soccombere ai nostri pregiudizi.
Credo che lo scopo di tutto quello che dobbiamo affrontare, quindi
della vita in se, sia l’evoluzione della coscienza.
Quindi ti piace trattare degli argomenti filosofici della
vita, il tuo intento è di risvegliare le persone per renderle
più consapevoli di quello che li circonda, o si tratta solo
di considerazioni personali su quello che succede nel mondo?
Non sono poi così sicuro di essere io stesso “sveglio”,
quello che so per certo è solo che voglio “esistere”.
Il mio obbiettivo principale è di dissolvere tutte le illusioni
della vita, per comprendere meglio la verità, la totalità
della realtà. La contemplazione è una parte molto importante
di me stesso.
La tua musica e i tuoi testi sono molto spirituali, mi puoi
spiegare meglio in cosa credi e quanto è importante la spiritualità
nella tua vita?
La spiritualità per mè è una realtà. Viviamo
in un epoca materialista, che io credo molto dannosa per l’anima.
In effetti, nei miei studi ho scoperto che la realtà che il
tuo pensiero designa tra nascita e morte può, in un senso,
creare il "panorama" della tua vita ultraterrena. In altre
parole uno diventa quello in cui crede. Dopo la morte, quelli che
hanno creduto di essere solo carne diventano limitati al livello fisico
della realtà finché sviluppano la conoscenza spirituale
sufficiente che permetterà loro di innalzarsi a realtà
più alte. Questo può richiedere un tempo molto lungo.
Quelli che nella loro vita hanno sviluppato una giusta concezione
dei mondi oltre quello fisico, hanno creato per se stessi più
possibilità. Se questi argomenti ti incuriosiscono ti consiglio
di leggere qualcosa di Rudolph Steiner. In particolare “Secret
Brotherhood and the Mystery of the Human Double”.
Se la mia musica ha uno scopo (e io sono convinto di sì) mi
piace pensare che sia quello di dare all’ascoltatore la sensazione
che esiste qualcos’altro oltre la totalità della realtà
fisica. Non voglio dire loro con esattezza come stanno le cose, ma
solo seminare e nutrire il seme della curiosità.
Mi sembra che l’interesse per le cose spirituali stia
crescendo, lo pensi anche tu?
Per me personalmente è molto importante e credo che questo
sia un aspetto molto importante dell’evoluzione umana.
Che tipo di feedback stai ricevendo sui messaggi presenti
nei tuoi dischi?
Tutti molto positivi. Io penso che la gente avverta l’onestà
in quello che facciamo e che invece è oscurata in molti altri
progetti musicali. Molte persone ci scrivono che noi abbiamo migliorato
la loro vita.
Alcuni pensano che la musica rock non possa cambiare il mondo, ma
piuttosto credono che il rock serva a dimenticare i problemi quotidiani…
La musica Rock è arte, di conseguenza quello che comunica dipende
molto dalle intenzioni dell’artista. Certamente molto parte
del rock è stato fatto per divertirsi e non c’è
niente di male in tutto questo. In effetti se tutte le persone che
vanno ad un concerto riescono a dimenticare i loro problemi e si divertono,
questo non cambia di fatto il mondo?
Cosa pensi di chi associa la musica hard rock e metal con
dei contenuti negativi?
La gente ha paura delle cose che non capisce. È iniziato coi
Led Zeppelin, che hanno coltivato un’immagine del gruppo molto
esoterica come una parte del loro proprio “misticismo”.
Abbiamo ascoltato tutti i messaggi rovesciati contenuti in “Stairway
to Heaven” e altri ancora. Non so dire se questi abbiano un
effetto reale su chi ascolta. Di sicuro ci sono dei gruppi che amano
presentarsi con un’immagine tenebrosa e ce ne sono alcuni che
hanno anche degli intenti negativi e malevoli. Ovviamente questa cosa
risale al racconto del bluesman che si trova sul “crocevia”
in cui decide di vendere la sua anima al diavolo in cambio della fama.
Noi non abbiamo mai venduto la nostra anima e questo è testimoniato
dal fatto che abbiamo dovuto faticare moltissimo per costruire un’audience.
Secondo i testi delle canzoni possono davvero influenzare
un giovane?
Certo che possono. Ma credo che sia la combinazione di musica e parole
ad essere particolarmente efficace. Sono convinto che sia possibile
assorbire dei concetti nel tuo essere, anche se questi al momento
non vengono compresi a livello cosciente. Può succedere che
il seme cresca e si sviluppi prima o poi nella vita di una persona.
Mi puoi dire qualcosa di più sul significato del nome
del gruppo e del perché l’avete scelto?
3 è un concept. Viviamo in una realtà tridimensionale,
il tempo è diviso in passato, presente e futuro, siamo fatti
di mente, corpo e anima. 3 è l’apice del triangolo, la
parte trascendente del nostro dualistico modo di vedere la vita come
“il bene contro il male”. Siamo una band tridimensionale,
con più di un aspetto nel fare le cose. Ho come la sensazione
che sia stato più il nome a scegliere noi che non il contrario.
Un’altra cosa che mi ha colpito parecchio è il
tuo stile chitarristico, un mix di nu-metal, flamenco e virtuosismo,
come l’hai sviluppato?
Ho iniziato col finger picking, che ha apportato un modo molto percussivo
di suonare alle mie dita. Non ho mai usato il plettro. Billy, l’altro
chitarrista del gruppo, invece ha sempre usato il plettro, quindi
abbiamo una bella combinazione di suoni quando suoniamo insieme.
Quando ascolti un altro chitarrista, cosa ti piace e cosa
non ti piace?
Mi piacciono il ritmo e l’anima. Mi piacciono gli accordi che
hanno sapore e le parti ben orchestrate. Non mi piacciono le note
sparate ad alta velocità se non sanno comunicare qualcosa.
Avete incrociato molti stili diversi, funky, soul, pop, metal,
prog… e come risultato il vostro sound è molto particolare,
che tipo di musica state cercando?
Cerchiamo solo di essere noi stessi e questa onestà è
concentrata sul creare musica con un impatto emozionale. Voglio che,
ascoltandoci ed esplorando la nostra musica, la gente possa condividere
la nostra passione. Non saprei bene come definire questa cosa, tutto
quello che so è che siamo stati benedetti con molte sfaccettature
musicali diverse. L’insieme delle nostre abilità artistiche
trascende il paradosso della nostra dualità musicale.
Che musica ti piace ascoltare? Quali sono i tuoi artisti preferiti
di oggi e quali del passato?
Mi piace la “buona” musica. Ho una mente aperta, quindi
se la musica è suonata con passione e anima è molto
probabile che io me ne appassioni. Stevie Wonder e John Lennon sono
le mie due influenze maggiori. I Beatles, Led Zeppelin, Pink Floyd,
The Police, Prince, Steely Dan, Yes, Genesis, King Crimson, Ani Difranco,
Joni Mitchel, Elvis Costello, P-Funk, Sly and the Family Stone...
Lo scorso anno avete suonato come spalla ai Porcupine Tree
e agli Scorpions, due gruppi molto diversi tra loro con un pubblico
molto diverso, come avete affrontato questa duplice esperienza (per
es. differenti set list)? Siete rimasti soddisfatti alla fine?
È vero, sono stati due tour molto diversi tra loro. Ed è
una tale soddisfazione per noi essere stati accolti molto bene dal
pubblico di entrambe le due formazioni. Con in PT era davvero come
essere a casa propria, siamo riusciti facilmente ad entrare in contatto
col pubblico. Così abbiamo potuto suonare anche i nostri pezzi
più ambiziosi e nessuno del pubblico si è sentito sopraffatto.
È stato un successo concerto dopo concerto. Con gli Scorpions
abbiamo capito subito che certe canzoni non funzionavano altrettanto
bene, come ad esempio “The Word is Born of Flame” e “The
End Is Begun”. Invece le canzoni molto epiche con dei cori di
facile presa erano quelle che funzionavano meglio, come “All
That Remains” e “This Iron Bones”. Anche il tour
con gli Scorpions è stato un successo e abbiamo conquistato
molti nuovi fans. Impariamo sempre cose nuove ad ogni tour che facciamo.
New York ha una scena musicale impressionante, cosa mi puoi
dire a proposito?
Io vivo in Woodstock, NY a circa due ore a nord della grade città.
C’è una piccola comunità di artisti, ma che ha
una tradizione musicale molto profonda e ricca di talenti. Io provo
abitualmente in un barn dove ha suonato anche Jimi Hendrix. Ho fatto
il mio primo concerto in un bar situato sotto un appartamento dove
ha vissuto Bob Dylan. David Bowie e Mick Jagger hanno delle case nelle
montagne vicine. Dalle mie parti non sai mai chi puoi incontrare per
strada.
Nel tuo profilo MySpace personale ho visto (e ascoltato) molta
ottima musica inedita, hai intenzione di realizzarci un nuovo solo
album?
Si, non so ancora quando, ma succederà di sicuro.
Mi puoi anticipare qualcosa dei tuoi progetti futuri?
Aspettati di vedere un nuovo progetto con me e mio fratello Josh.
Abbiamo appena fatto un concerto la scorsa notte ed è stato
strepitoso!
The End is Begun... hai una parola di speranza per chiudere
quest’intervista o dobbiamo vivere nella paura della fine?
Ogni fine è un nuovo inizio, affronta la paura e conquistala.
I nostri corpi possono venire e andarsene, ma noi non moriremo mai.
GB
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