Esordio discografico per questi svedesi. Malgrado la provenienza non
dobbiamo attenderci suoni tetri, tantomeno del violento Death, bensì
del puro Heavy Metal. Io aggiungerei troppo puro, infatti gli Unchained
si divertono a suonare brani che potrebbero benissimo uscire dai solchi
di un disco degli Iron Maiden.
Apre “My Guide”, una cavalcata metallica che sembra scritta
proprio da Harris. Il suono è duro e d’impatto ed anche
se si sviluppa in binari gia percorsi innumerevoli volte, si lascia
ascoltare più che bene. Con “The Analysy” il gioco
si fa più duro, nel miglior momento dell’intero disco
fuoriescono attimi alla Queensryche ed è qui che i svedesi
osano di più. Non male la voce di Per Karlsson e bellissimo
il pezzo di chitarra verso il finale.
Con “Ghost Of The Alchemic Hall” si entra nella stanza
del fantasma dell’alchimista e sembra proprio che questo spirito
sia quello di Eddie e soci della Vergine Di Ferro. La voce in questo
caso è sfacciatamente Dickinsoniana. In “Thester Of Fear”
ci dimostrano di aver acquisito le basi del Metal, ma purtroppo non
mancano neppure i momenti più inutili, come nella scialba ballata
“I Dream”. Qui si hanno le pretese di raggiungere le caratteristiche
vocali di Geoff Tate, non tanto negli acuti, quanto per l’enfasi
interpretativa, ma il maestro è il maestro ed imitandolo si
incappa in figure grame. Per il resto ancora Iron Maiden, sino a giungere
all’ultima canzone “Seventh Sin” , buon motivo Heavy
Metal ragionevolmente personale.
Essendo un esordio non me la sento di stroncarlo, in fin dei conti
alcuni momenti pregevoli ci sono (vedi “The Analyst”),
ma aspetto il secondo supporto ottico e se ancora la personalità
verrà a mancare allora consiglierò di elargire i nostri
soldi verso altri lidi. Rimandati. MS |