Davy Vain è proprio un bel tipino, uno di quelli che non si tirano indietro. Mai. Già, perchè intraprendere la carriera di rockstar dello street/glam a San Francisco a metà ottanta, quando da quelle parti imperversavano gruppi dediti a ben altre sonorità, certo non deve essersi rivelata impresa semplice semplice.

Eppure, il buon Dave ha perseguito nei suoi intenti, tanto da dar vita a "No respect", uno dei dischi maggiormente considerati in ambito stradaiolo, a tutt'oggi apprezzatissimo da coloro che conservano nel cuoricino l'amore per sonorità grezze e spudoratissime. Quanto siano rare le copie di quel masterpiece, e quanto costino!, rendono l'idea del rispetto che quell'episodio, recentemente oggetto di ristampa, per la gioia delle finanze di chi intende impossessarsene, si è meritato.

Ma veniamo ad "On the line". Confesso di esser andato a verificare più volte la data d'uscita del dischetto argentato: sì, proprio il 2005, ma "Running on empty", "So free now", il lungo lento "Turn to sand" (sette minuti, mentre sei ne conta "Lie for love") paiono provenir direttamente dal polveroso, luccicante ed onusto di gloria passato del genere. Davy canta a meraviglia, non lesinando grinta, ardore, ma pure tanta passione, quando serve. I suoi compari non sono da meno (formazione praticamente invariata, se non erro, ad eccezione dello skin-beater). Originalità zero, qualche pezzo decisamente sottotono (come la citata ballatona strappalacrime, ma un tantino prolissa), certo i fasti compositivi di "No respect" sono lontani, ma bissarne il successo era in partenza impresa improba (ed i tempi sono radicalmente, e tragicamente mutati). In ogni caso, un'oretta circa di spensieratezza garantita: il selvaggio Dave vi intratterà da scafato istrione, agli impegni quotidiani pensateci poi! AM