I catanesi Van Kery esordiscono con questo disco. Gianluca Vancheri
alla voce e chitarra, Giuseppe Di Mauro al basso e Antonio Quinci
alla batteria, sono un classico power trio radicato nei seventies,
che nella musica mette tutto l’amore per questo periodo d’oro
del rock. Per il momento c’è poco da aggiungere, la loro
biografia è ancora tutta da scrivere, anche se hanno già
diverse esperienze alle spalle.
Tra tensioni blues e hard rock si muovono i nove brani in scaletta,
sono diversi i nomi che mi vengono in mente tra Free, Cream, Ten Years
After, Beck, qualcosa degli Zeppelin, nessuno dei quali viene citato
direttamente, ma costituiscono il terreno che ha alimentato i gusti
di questi musicisti. Quindi ci troviamo tra le mani un disco che potremmo
definire retrò, affermazione che non vuole essere una critica,
perché la passione di questi musicisti è sincera, non
si fanno “i soldi” con questa musica, al massimo ci si
diverte. Ma i Van Kery hanno composto una serie di pezzi che funzionano
bene e che sono anche sufficientemente vari.
Nonostante il rock blues sia un genere interpretato da molti musicisti
non è scontato fare un buon disco. Però ci sono almeno
un paio di nei, l’inglese usato è un po’ scolastico
e a livello di sound il disco manca un po’ di spinta, in altre
parole si sente che è una produzione “italiana”.
Essendo un esordio questi difetti sono più che comprensibili,
ma dal vivo questi musicisti sono convinto che spaccano. GB
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