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Rock Impressions

2 DAYS PROG + 1 2025 - Revislate/Veruno (NO)
05/09 G.O.L.E.M. - Rosalie Cunningham - Alex Henry Foster - Tesseract
06/09 Alphataurus - Ars Nova - Agitation Free - Colosseum
07/09 Terra - Red Sand - Lifesigns - Nektar
Di Giancarlo Bolther



Ho perso il conto delle edizioni di questo festival a cui sono riuscito a partecipare, un appuntamento atteso e desiderato, perché tutte le volte che si viene al 2Days +1 ci si sente “a casa”, tra amici, anche se ci si vede solo in questa occasione. È la possibilità di incontrare persone che si frequentano solo via social, del resto alcuni vengono da lontano, molti dall’estero. Un amico che ha il banco con i dischi mi ha confessato che non ha mai parlato tanto in inglese (in Italia) come durante questo festival.

C’è anche un po’ di nostalgia per quando la manifestazione si svolgeva in piazzetta a Veruno (oggi si svolge su un campo sportivo a Revislate, poco distante dal luogo originale), non è e non vuole essere assolutamente una critica, ma allora l’atmosfera era ancora più raccolta, si stava in piedi e c’era come un senso ancora più forte di comunanza. Era anche tutto più “freak”. Adesso a Revislate è possibile un’accoglienza maggiore, con una gestione più professionale di tutti gli aspetti tecnici, ma questi sono in fondo dei dettagli, perché il tipo di pubblico non è cambiato.

Come non sono cambiate le critiche che si sentono sui social e fuori. Spesso si sentono accuse di essere troppo poco “prog” (in senso stretto) e troppo “metal”. Di fatto gli organizzatori hanno sempre puntato ad aperture verso altri generi musicali che non fossero esclusivamente legati in senso stretto al classico rock progressivo, inteso come la continuazione di quanto partorito in Inghilterra o nel nostrano prolifico panorama nazionale. Per quanto mi riguarda ho sempre apprezzato questa linea, anche perché a me la musica piace tutta ed è difficile porre dei limiti ben precisi a cosa sia effettivamente “prog”.

L’intera kermesse offriva qualcosa come diciotto concerti, sei dei quali all’Auditorium di Veruno e dodici sul “main stage” di Revislate. Personalmente ho assistito a tredici esibizioni. Con una simile abbuffata sonora non è facile fare un resoconto dettagliato, ma voglio provarci.

La prima serata è stata aperta dai nostrani G.O.L.E.M. una band con uno spiccato orientamento all’hard rock dominato dall’hammond, il gruppo ha dimostrato di avere un buon sound e di essere capace di portare avanti una tradizione sonora che non teme la modernità.
Discorso simile per Rosalie Cunningham, se non erro questa è la sua prima volta su un palco italiano, ed ero veramente curioso di vederla all’opera. Non ha deluso, una esibizione impeccabile, con brani belli e convincenti. Anche il suo repertorio è legato a sonorità sessantiane e settantiane, vicine all’hard rock, però ha dimostrato gusto per le melodie ricercate. Grande performance.
Il canadese Alex credo sia stato una sorpresa per molti. La sua esibizione fortemente empatica si basava su brani ipnotici, fra tensioni post rock e psichedelia. Sembrava quasi di assistere ad un rito e il cantante ha interagito col pubblico lanciando messaggi profondi, in certi momenti sembrava quasi più un predicatore che un performer. Ho decisamente apprezzato la sua attitudine positiva, di questi tempi c’è davvero bisogno di infondere speranza.
Molto pubblico (giovane) era presente per i prog metallers Tesseract, che hanno incendiato (metaforicamente parlando) il palco del festival col loro metal aggressivo e trascinante. Sicuramente la band meno vicina al prog in senso classico, ma gli organizzatori del festival ci hanno abituato ad allargare gli orizzonti. Esibizione coinvolgente e tecnicamente perfetta.

Il secondo giorno, dopo aver visto l’intenso concerto di Kristoffer Gildenlow all’Auditorium di Veruno, che ha proposto dei brani belli e vagamente pinkfloydiani, mi sono spostato a Revislate per seguire l’esibizione degli Alphataurus. La band ha una solida reputazione tra gli appassionati di prog, devo però riconoscere che la loro esibizione non mi ha colpito particolarmente. Ho trovato ripetitive le tematiche apocalittiche dei testi, una scarsa capacità comunicativa nel presentare i brani e poco convincenti le musiche più recenti. Credo che la band debba lavorare di più sull’efficacia della propria esibizione.
Le giapponesi Ars Nova sono delle veterane, hanno una lunga discografia alle spalle. Il loro sound è fortemente legato al prog degli ELP e del Balletto di Bronzo, hanno dichiarato il loro amore per Gianni Leone e Claudio Simonetti (che se non ricordo male hanno suonato in almeno un loro disco). Se tralasciamo alcuni aspetti folkloristici legati all’abbigliamento e ad atteggiamenti tipici orientali, che a noi possono sembrare esotici, la loro esibizione è stata interessante, musiciste preparate e potenti. Peccato per l’assenza (per motivi di salute) della bassista, comunque il loro repertorio è davvero intenso e coinvolgente. Brave!
Ma la vera sorpresa del festival era l’esibizione degli Agitation Free, una delle band più freak della scena krautrock, insieme a Can e Amon Duul II. Brani dilatati con lunghe improvvisazioni, psichedelia cosmica portata all’ennesima potenza sonora. Una esibizione che da sola valeva tutto il festival. Nonostante l’età hanno saputo offrire uno spettacolo di altissimo livello. Per quanto mi riguarda sono stati i vincitori morali di questa edizione del festival. Immensi.
Per i Colosseum c’era il tutto esaurito. Certo della band di Valentyne Suite è rimasto poco e la loro scaletta verteva soprattutto sul repertorio blues, cosa che non è piaciuta da alcuni commenti che ho sentito. Però che classe, Chris Farlowe ha dimostrato di avere ancora una voce potente, da brividi. Il chitarrista Clem Clempson impeccabile e poi, prog o no, che repertorio. Certo è che il momento più bello è stato quando hanno riproposto parti della citata Suite, ma anche loro hanno saputo scaldare i cuori dei presenti.

La terza serata si è aperta con il metal tribale dei Terra. Per certi aspetti la band romana risulta divisiva, il loro metal è possente e ricorda certe cose dei primi Pain Of Salvation, un metal oscuro e nervoso, amplificato dai momenti tribali che lo rendono ancora più penetrante, di pancia. È la seconda volta che li vedo dal vivo e per me sono veramente dei grandi.
I Red Sand sono autori di un neo prog che francamente ho trovato poco personale e quindi non interessante, bravi sul palco ma per me non coinvolgenti e in ogni caso poco originali.
Al tempo stesso nemmeno i Lifesigns hanno destato il mio interesse, anche loro orientati ad un prog scarsamente prog, nel senso, non bastano giri pomposi o ritmiche complesse, serve anche la voglia di scompigliare le carte, di creare situazioni possibilmente inedite, se non sperimentali almeno che non suonino come “già sentite”.
I Nektar sono una istituzione, un gruppo inglese cresciuto in Germania, per questo hanno raccolto meno di quanto hanno seminato. Da tempo desideravo vederli all’opera, però dello spirito originale è rimasto solo qualche traccia, infatti il repertorio proposto ha pescato forse troppo dagli ultimi lavori. Grandi musicisti, hanno suonato in modo ineccepibile, però credo di poter dire che buona parte del pubblico avrebbe voluto una migliore celebrazione del loro importante passato. Personalmente li ho apprezzati, ma credo che sarebbe stato opportuno suonare più classici.

I riflettori si sono spenti su questa edizione che ha confermato alcuni punti di forza dell’organizzazione e ha indicato un paio di nomi veramente interessanti per la prossima: Colin Edwin e John Wesley hanno unito le forze, il loro passato nei Porcupine Tree e la loro propensione a partecipare a progetti interessanti è già una garanzia. Poi troveremo i Samurai Of Prog di Marco Bernard e Kimmo Porsti che sono sinceramente curioso di vedere dal vivo. Non sono mancate critiche, ma sappiamo che queste non mancheranno mai. Se tanti appassionati di musica vengono anche dall’estero per godersi questo festival vuol dire che ne vale la pena. Sempre.

Sito Web del Festival
 


PHOTO GALLERY

G.O.L.E.M.
G.O.L.E.M.
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ROSALIE CUNNINGHAM
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ALEX HENRY FOSTER
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TESSERACT
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KRISTOFFER GILDENLOW
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ALPHATAURUS
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ARS NOVA
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AGITATION FREE
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COLOSSEUM
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TERRA
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RED SAND
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LIFESIGNS
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NEKTAR
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