Xavi è un batterista spagnolo dotato di un grande talento,
conosciuto per lo più in ambito jazz. In questo suo nuovo album
è accompagnato da artisti fenomenali come Toni Levin al basso,
Markus Reuter alla touch guitar e Dusan Jevtovic alla chitarra. Già
solo questa line up basterebbe per risvegliare l’interesse sul
disco ma ovviamente è l’ascolto che deve convincere.
Le coordinate su cui si muove questo album sono molte, diciamo che
siamo in ambito fusion a tinte prog, o se preferite jazz rock, ma
ogni definizione va stretta, perché The Sound of the Earth
è complesso e ricco di sfumature. Il brano di apertura “Deep
Ocean” mi ha fatto pensare ai King Crimson in versione più
jazz, immaginate una sorta di caterpillar musicale che vi investe,
tempi pazzeschi, le due chitarre che viaggiano selvagge, e linee di
basso stupende, ho provato dei brividi enormi. L’attitudine
hard del pezzo mi ha sorpreso e incantato, raramente la si ascolta
in ambiti jazzati, in particolare di questa intensità. Nei
brani successivi c’è alternanza di episodi più
rilassati ad altri visionari al limite della psichedelia, come nella
impressiva “The Sound of the Earth II”, una maratona pazzesca
di oltre dodici minuti di musica che sembra improvvisata, condita
da virtuosismi preziosi, ma non è mai uno sfoggio di bravura,
il feeling è sempre in primo piano e non è facile in
un ambito così free. Il disco è interamente strumentale,
ma è così ricco che sono rimasto estasiato per tutta
la sua durata.
La Moonjune ha fatto un altro centro, sempre più garanzia di
grande musica. GB
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