La scena underground parigina ha vomitato questo folle duo, composto
da Etienne Gaillochet (batterista dei formidabili We Insist!) e Phil
Reptil (chitarrista innovativo che ha prodotto questo lavoro solista
nel ’98 La Theory du Reptil ed è sempre stato molto attivo),
che con questo disco d’esordio si dedica ad una musica avantgarde
molto fuori dagli schemi. Gli Zarboth sono sinonimo di ritmi intricati,
molto complessi, sperimentazioni rock, jazz e metal, infine si può
aggiungere al tutto una forte attitudine punk o se preferite post
punk, che dona una forza selvaggia al tutto.
Impossibile descrivere i singoli brani che compongono questo lavoro
omonimo, si tratta di otto traccie per meno di mezz’ora, un
mix di follie visionarie, tempi dispari che si incrociano con controtempi,
suoni discordanti e dissonanti che si inseguono in continui cambi
d’atmosfera, come se Zappa si fosse voluto dedicare al punk
metal e il risultato è tutt’altro che scontato o prevedibile,
come si può intuire.
Se voltete accostarvi a questi schizofrenici Zarboth lasciate perdere
ogni idea che avete della musica, sappiate comunque che potreste rischiare
la vostra salute mentale, ma a volte ne vale la pena… GB |