Il tastierista Giuseppe “Beppi” Menozzi (Il Segno Del
Comando, Jus Primae Noctis) è il responsabile di questo progetto
a cui partecipano molti amici e sarebbe davvero lungo un elenco. Le
musiche proposte in questo lavoro sono in parte collegate ai progetti
in cui Beppi è coinvolto, quindi si tratta di un rock teatrale,
complesso, talvolta cinematografico e sempre abbastanza dark. Del
resto la copertina non lascia dubbi in proposito.
L’album è complesso, oscuro, labirintico, il prog è
un pretesto per generare strutture musicali che servono ad aumentare
il senso di allarme nell’ascoltatore, che si trova coinvolto
in un vortice di emozioni. Il cantato in italiano scorre abbastanza
bene nonostante non sia facile da innestare in musiche così
complesse. I brani sono come stanze di un sogno disturbante, viene
citato Lovecraft e anche Omero, Cthulhu accanto a Polifemo, alcune
delle “bestie” (il riferimento è ai titoli dei
brani) che popolano i nostri incubi. Ecco se c’è un fil
rouge del disco sono proprio le nostre paure, più o meno recondite
e manifeste. I disagi che si annidano nella psiche vengono indagati
con musiche profonde e quasi mai rilassanti.
Menozzi ha composto un piccolo gioiello, un’opera dark che agita
ombre e inquietudini, sublimando gli aspetti più controversi
del nostro inconscio con un disco che a modo suo ci aiuta a guardare
in faccia il lato oscuro. GB
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