Il prog italiano non ha mai smesso di dare vita a nuovi gruppi e conta
nella sua storia un nutrita schiera di ottimi artisti, spesso la creatività
dei nostri ha saputo uguagliare e talvolta anche superare quella di
molti artisti stranieri più blasonati, ciononostante una band
italiana deve faticare moltissimo per vedere riconosciuti i suoi sforzi.
Per fortuna ci sono label come la Musea che danno molto spazio agli
artisti di ogni angolo del globo e così non sorprende di trovare
questo quartetto sotto la sua egida. Il gruppo in precedenza si chiamava
Assolo Di Bongo e aveva dato alle stampe un album nel 2001 con buoni
consensi di critica.
Oggi il gruppo ha cambiato nome e torna con questo album strumentale
di otto traccie dove si possono ascoltare molti strumenti diversi
e non si tratta solo del classico prog. Piuttosto siamo sul versante
più sperimentale del genere, un jazz rock che deve molto a
formazioni come Area e Arti & Mestieri, una musica comunque sempre
dinamica e vitale, sorretta da belle melodie. Il linguaggio degli
Adib resta sempre molto leggibile e le sperimentazioni non sono mai
troppo ermetiche o ruvide, in questo senso mi sembra di poter dire
che i nostri hanno subito l’influsso di formazioni prog metal
anche se rimangono sempre molto lontani da questo genere. Grande lavoro
ritmico con il batterista che non si risparmia mai, ma pregevoli risultano
in particolare gli arrangiamenti, dove non mancano inserti di fiati
e momenti molto onirici.
Spinning Like a Top resta comunque un disco per appassionati del genere,
non ha la forza o la volontà di cercare di raggiungere un pubblico
più vasto, ma col tempo gli Adib potrebbero ammorbidire un
po’ il loro lato più sperimentale e concentrarsi maggiormente
sulle belle melodie che hanno espresso in questo disco, allora potrebbero
anche trovare una platea più ampia e meglio disposta ad accoglierli.
GB
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