I capitolini Aelementi con “Una Questione Di Principio”
sono all’esordio discografico, ma la loro formazione parte dal
2007. In questi anni hanno plasmato la personalità miscelando
(proprio come gli elementi della natura, aria, vento, acqua e fuoco)
melodia, armonia, timbro e ritmo nel contesto del Progressive Rock.
Ricerca e fisicità si manifestano fra le note delle sette canzoni
che compongono l’album. Anche il passato ed il presente si scrutano
da vicino, cercando di dare alla musica un valore aggiunto per uno
sguardo verso il futuro.
Il gruppo è formato da Daniele Lulli (chitarra), Francesca
Piazza (voce), Manuele D’Anastasio (batteria), Dario Pierini
(tastiere) e Angelo Celani (basso).
Comincia il breve intro dal titolo “Principio” basato
principalmente sulle tastiere, trainando verso l’ascolto di
“Lontananza”. Ciò che subito appare in evidenza
è la cura per le melodie e la raffinatezza di certi arrangiamenti,
specie nel gioco vocale maschile/femminile. Un equilibrio fra canzone,
Prog e Rock. Da bravo pezzo Progressive Rock al suo interno non mancano
di certo cambi umorali e di tempo, anche nelle chitarre elettriche
che ad un certo momento fanno anche la voce grossa. Il gusto per la
melodia è spiccato, così la composizione è un
perfetto equilibrio fra ricerca di assolo con relativa buona tecnica
strumentale e la classica e ruffiana canzone italiana, sempre gradevole
e funzionale. Si perché in fin dei conti anche il Progster
estremista non lo ammette mai, ma gode di certi frangenti melodici
di facile memorizzazione.
“Vuoto” è un altro esempio. Ad esempio Le Orme
nel tempo ci hanno regalato degli album, specie nella fine degli anni
’70 e negli ’80 in perfetto equilibrio fra questi fattori,
gli Aelementi non si distanziano molto da questo modus operandi. Gradisco
molto il fatto di spezzare la canzone con efficaci assolo.
Il lato più muscoloso della band scaturisce in “Straniero”,
un passaggio quasi nel New Prog, anche lui colmo di cambi di ritmo
e comunque sempre sostenuto e condotto dalla voce di Francesca Piazza.
Gradevole e rilassante “Delirio” per poi giungere al brano
più lungo dell’album dal titolo “Voce” con
i suoi quasi nove minuti. Canzone dal portamento di classe, un andamento
cantautorale con un buon swing. Poi come da manuale il ritmo cambia
e vai nuovamente con il Prog.
Il disco si conclude con “Addio”, che speriamo invece
sia soltanto un arrivederci, perché margini di emozioni all’ascolto
di questa musica ce ne sono e di ampi. Ma a parte questi giochi di
parole, “Addio” per chi vi scrive è uno dei momenti
migliori dell’album, anche se tutto in generale si mantiene
su un buono standard.
“Una Questione Di principio” è un album orecchiabile,
che risiede a cavallo fra il cantautorato, ed il Prog Rock, una via
di mezzo prettamente italica sotto molteplici aspetti. Un album che
scorre piacevolmente, la musica deve fare anche questo, soprattutto
deve essere di buona compagnia. MS
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