Dal Regno Unito arriva il quintetto AEON ZEN formatosi nel 2008 e
già autore di due albums ("A Mind's Portrait" del
2009 e "The Face Of The Unknown" nel 2010), oggi nuovamente
sul mercato con un nuovo platter ed una nuova line-up che vede il
leader Rich Hinks (ch, bs, vc) scegliere una nuova strategia: invece
di avere differenti ospiti che cantano i vari brani come successo
finora, Rich ha arrangiato le parti vocali in maniera che lui, Andi
Kravljaca (vc - Silent Call) e i guests Jonny Tatum (Eumeria), Atle
Pettersen (Above Symmetry) o Nate Loosemore (Lost In Thought) si dividano
le varie parti nella stessa canzone.
Suddiviso in nove tracce, "Enigma" è un concept-album
con un breve brano strumentale molto d'atmosfera e otto cantate ricche
di chiaro-scuri, passaggi appassionati e improvvisi cambi di tempo
ed umore, superbamente prodotto da Devin Townsend che ebbe la band
come supporto nel suo tour del 2011 in dodici diverse nazioni.
Rich con coraggio alterna e mescola generi diversi (dal rock al pop
al jazz, cantati puliti alternati a growls) utilizzando come tema
comune il progressive metal e il risultato che ne esce è piuttosto
interessante ed intrigante.
"Enter The Enigma" è lo strumentale che ci introduce
partendo con ambientazioni soft per subire una graduale impennata
di energia che ci proietta in "Artificial Soul", metal-prog
che utilizza i chiaro-scuri di cui parlavo sopra e si fa ascoltare
con piacere, mentre "Divinity" si mostra subito più
complicata, heavy e con growls che 'duettano' col cantante, nel complesso
un momento un pò troppo caotico come successione di idee e
frasi differenti.
Ci si rilassa con "Seven Hills", lento maturo e sentimentale
impreziosito da un breve quanto efficace assolo di sax, e con "Warning"
il climax diventa sempre più sostenuto e offre frasi più
melodiche ai confini con l'heavy rock, la cui cavalcata finale si
stempera nell'inizio pacato di "Turned To Ash", brano che
si trasforma presto in un prog-metal scimmiottante i Cynic ed i Dream
Theater, i quali ultimi diventano principali termini di paragone per
le conclusive "Still Human" (bella la prova del tastierista)
ed "Eternal Snow" (solenne semi-lento con importanti parti
vocali su una base che subisce improvvise impennate metal coronate
da growls). "Downfall" chiude lasciando spazi agli strumentisti
di mostrare le proprie abilità, un finale senza infamie nè
lodi che il tastierista Shaz fa sfumare negli abissi del dubbio.
Prodotto a volte difficile da affrontare e gustare, con alcune scelte
che possono far lasciar adito a critiche, ma anche con bei momenti
di musica e liricità. ABe
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