Oramai il Silmarillion di Tolkien e la Progressive Rock orchestra
Ainur sono un matrimonio indivisibile, per dirla tutta, si sono appositamente
formati per musicare le gesta di questa lunga ed incredibile storia
fantastica. Definire il genere proposto esclusivamente Prog è
riduttivo, in quanto nel sound degli Ainur risiedono numerose influenze,
che vanno dal Celtico al Folk e appunto al Prog. Numerosi anche i
componenti del gruppo, ben sedici e “The Lost Tales” è
il quarto sigillo da studio, dopo “From Ancient Time”
(2006), “Children Of Hurin” (2007) e “Lay Of Leithian”
(2009). Sempre sotto la visione della Electromantic Music di Beppe
Crovella, gli Ainur questa volta propongono un album prettamente acustico,
formato da brani editi risuonati per l’occasione, rinforzati
dell’esperienza live avuta in questi ultimi anni.
Si narra del viaggio di Eriol, umano che sbarca sull’isola Elfica
di Tol Eressea. Con gli Elfi, Eriol ascolta attorno al fuoco serale
molte storie dei “Tempi Antichi” e una volta di ritorno
a casa, le racconta al mondo intero. Anche le foto all’interno
dell’artwork, curato da Luca Catalano e Dino Olivieri, ritraggono
i musicanti in costume d’epoca seduti in cerchio nell’erba
a rievocare queste atmosfere. Una alchimia perfetta fra musica, ambiente
e contesto letterario. Violino, flauto, viola, corno francese ed arpa
celtica sono solo alcuni degli strumenti che si esibiscono nei tredici
capitoli. Stilare una ipotetica classifica di gradimento è
quasi impossibile, “Welcome Of Eriol” inizia il racconto,
un brano inedito con un intro di piano ed una melodia toccante. Questo
sfocia nel primo brano tratto dal primo disco degli Ainur dal titolo
“The Beginning Of Days”. Si lascia apprezzare particolarmente
l’enfasi di “The Fall Of Gondolin”, le voci femminili
di Federica Guido, Elena Richetta e Roberta Malerba, i dolci arpeggi,
i fiati, il tutto in un connubio che resta in bilico fra il celtico
ed il mediterraneo. Altro inedito è “Yavanna’s
Song”, bucolicamente ampio e sognante all’inizio, successivamente
ben strutturato fra cambio di voce maschile e femminile. Uno dei brani
più movimentati è “Glaurung’s Death”,
supportato da un arrangiamento importante, un arma che gli Ainur sanno
bene adoperare. In analisi i brani proseguono l’ordine cronologico
delle uscite discografiche negli anni, a partire dagli esordi a venire,
così nell’ordine all’interno dei rispettivi album.
Si ha come la sensazione di respirare la brina nel bosco, di sentire
l’odore delle cortecce in “Hirilorn”, le atmosfere
sono musicalmente descritte in maniera perfetta. La conclusiva “Lorien”
è il secondo inedito dell’album.
I brani in questa nuova veste acquistano sicuramente in fascino ed
enfasi, pur perdendo in alcuni casi inevitabilmente di potenza, questo
bel prodotto mi fa tornare alla mente “The Forgotten Tales”
dei Blind Guardian, per tipo di approccio alla musica.
Il fascino del Silmarillion, con i racconti ombrosi, magici, paesaggistici,
trovano perfetta rappresentazione sonora con gli Ainur, gruppo culturalmente
attento ad ogni sfumatura del fenomeno. Nulla è dato al caso,
professionalità sotto molti aspetti, anche riguardo l’incisione
sonora, pulita quanto basta per esaltare la strumentazione acustica.
“The Lost Tales” è una buona veste e un bel biglietto
da visita per chi ancora non conoscesse il fenomeno in analisi. Ora
non ci resta che attendere i nuovi sviluppi. MS
|