La band friulana (Udine) Aiperion ha una lunga attività alle
spalle, si forma nel 2001 e si esprime con un cantato inizialmente
in lingua inglese. Il trio composto da Daniele Treu (chitarra e voce),
Fabio Sant (basso) e Leonardo Modonutto (batteria) si esibisce in
diverse date live e raggiunge anche un terzo posto al concorso nazionale
Pagella Rock nel 2005. Quello che propongono è ciò che
in definitiva noi scribacchini andiamo a collocare nel calderone Progressive
Rock, in quanto le influenze di stili racchiusi nella loro musica
sono differenti, comprese le sperimentazioni. Si denotano la Psichedelia,
del Post Rock, Stoner e tutto quello che il Prog Rock degli anni ’70
ci ha dato come eredità, King Crimson in primis.
Sono sempre in fermento e in continua ricerca di nuove forme d’arte,
comprese colonne sonore per cortometraggi e documentari, una vivacità
che porta gli stessi strumentisti ad avere sempre uno spirito alto
ed una creatività accelerata. Il primo lavoro ufficiale risale
al 2007 con il titolo “Through The Total Glare”, composto
da otto tracce. Esso riceve buoni consensi sia in ambito live che
nel web.
Oggi ritornano all’attenzione del pubblico con “Il Tempo
Utile All’Addio”, presentato in ben cinque copertine differenti,
per la gioia dei collezionisti, tutte realizzate da Bernardetta Giordano
rappresentanti l’attimo struggente dell’addio.
Undici le canzoni, a cominciare da “Nota Dolente” con
i testi penetranti di Daniele Treu. Suono sferzante su una ritmica
precisa e potente coglie subito l’attenzione dell’ascoltatore,
compreso il gustoso ritornello. Più spensierata “Borderline”,
e le chitarre giocano un ruolo importante, sia per il riff che per
l’andamento a tratti nervoso stile Fripp. Con “Il Diavolo
Probabilmente” si scorge il lato più ricercato e duro
degli Aiperion, nella ritmica e nella struttura del brano dedita ad
una sorta di schiaffo e bacio, fra durezza e quiete. Le chitarre distorte
proseguono anche nell’intro di “Riflessi”, canzone
dalla buona armonia ed una attenzione particolare alla formula canzone.
Nella musica non si manifestano molti assolo, la band bada al sodo
e la tecnica che dimostrano di avere i tre componenti non sfocia mai
in logorroici passaggi, piuttosto tendono a spingere sull’energia
formando un vero e proprio muro sonoro. Giunge la quiete nell’inizio
di “Ultimi Immortali”, la canzone che spezza giustamente
l’ascolto, arricchita da archi e ben arrangiata.
“Verme” potrebbe essere un single in quanto in esso trovo
tutti gli ingredienti giusti, riff orecchiabile compreso. A seguire
la quasi strumentale “Vanvera”, vetrina bella e buona
per le doti tecniche e compositive. Ancora archi nell’inizio
di “Testacoda” mentre la voce di Treu è quasi sussurrata
e la canzone a questo punto si può dire in pieno stile Aiperion,
schitarrate annesse. Gradevole l’intervento delle tastiere.
Non manca un breve momento acustico, qui voce e chitarra acustica
dal titolo “Vascello Steppa”, ma attenzione non è
una vera e propria ballata. Concludono il disco i due frangenti “Fantasmi
I” e Fantasmi II”, quest’ultimo è una sorta
di brano fantasma nel puro senso del termine, ma non vi voglio rovinare
la sorpresa.
Buono il suono, ben registrato ed equilibrato, solo in rari frangenti
la voce è sovrastata dagli strumenti, per il resto nessuna
pecca. Un disco che non conosce attimi di stanca e che ben si adatta
ad un ruolo di tutto rispetto nella nuova ondata di band italiane
dedite a questo genere. Energia da prendere. MS
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