Gli Akhtamar sono un quartetto di Udine e non nascondono le proprie
ambizioni musicali in questo demo di Prog Metal a tratti vicino ai
maestri Dream Theater ed ai cugini Liquid Tension Experiment. Certamente
chi vuole intraprendere questa rischiosa strada deve essere consapevole
di dover possedere notevoli qualità tecnico-strumentali e francamente
non tutti i gruppi lo sono.
Non è il caso dei nostri, che fortunatamente non mettono in
circolazione l’ennesimo demo di imbarazzante caratura. Certo
c’è ancora da lavorare, almeno in fase di stesura del
brano, ma gli Akhtamar dimostrano di avere le idee più che
chiare. La band è composta da Giuliano Velliscig al microfono,
Alessio Velliscig alla chitarra e mandolino, Guido Casarin alla batteria
ed Arthur Sahakjan al basso.
Le canzoni incise nel cd sono nove, per la durata di un ora di buona
musica. Si comincia dopo il doveroso preludio con “Colours Inside”
ed i suoi nove minuti. La sezione ritmica è subito in evidenza,
così la voce di Giuliano, malleabile a seconda delle necessità.
Apprezzabili gli interventi di chitarra e la voglia di far bene trapela
fra le note, il gruppo sembra già coeso, malgrado alcune piccole
sbavature dovute più che altro all’inesperienza, specialmente
nei cambi di ritmo. “Geisha Of The Soul- Excellence” è
straordinaria, una piccolo chicca da non perdere, soprattutto nell’inizio
dove gli strumenti acustici si intrecciano con quelli elettrici. I
ragazzi trapelano margini di miglioramento in fase di songwriting
a mano che si va avanti nell’ascolto, con passaggi strumentali
davvero interessanti e ben arrangiati anche grazie all’uso delle
tastiere. Prosegue il discorso “Geisha Of The Soul- Perception”,
dove Giuliano tenta percorsi vocali difficili, encomiabile il fatto
di richiamare alla memoria Demetrio Stratos, ma non sò se tutto
ciò sia casuale o voluto. Le sonorità di “Reflectin’
Star On The Ocean” sono uno dei momenti più alti del
demo, chiuso in un crescendo emotivo pauroso dal trittico “II”,
“III” e dalla stupenda “Kokais”. Le idee non
mancano, interessanti i vocalizzi di “II”, un ricco parco
di influenze che vanno dal Banco del Mutuo Soccorso ai Marillion era
Hogarth, per un risultato assolutamente eccelso.
Gli Akhtamar possono certamente migliorare, personalmente mi sono
segnato il loro nome nel mio taccuino delle nuove promesse, ci credo
perché soprattutto ci credono loro e le carte sono in regola
per emozionarci. MS |