A volte basta poco... Buone canzoni, testi interessanti, elementi
quali melodia ed ardore espressivo ben amalgamati. Ma che musica suonano
gli Alcova? Rock, cantato in italiano ma ben distante dai saturi clichè
che ammorbano buona parte della scena nazionale, eppoi sicuramente
non convenzionale, tanto che l'aggettivo alternativo stavolta non
pare messo lì a casaccio, tanto per far tendenza.
Questo quartetto meneghino i numeri li possiede, ascoltate "In
mezzo al mare" e ri-pigiate il tasto play. Perchè se al
primo ascolto vi penetra dritta dritta nel cervelletto, al secondo
scoprirà appieno le sue carte. E ne possiede diverse, di vincenti.
Madrelingua nell'espressione ma chiara attitudine internazionale nell'esposizione
dei temi sonori, tanto che "Muscolo cuore" non sfigura affatto
al cospetto di troppi nomi che quotidianamente ci vengono propinati
come la next big thing della discografia mondiale solo perchè
provengono d'oltralpe. La voce di Francesco Ghezzi è particolare
potrà piacere o meno, ma è perfettamente calata, col
suo fare declamatorio, nel contesto delle tredici canzoni che costituiscono
la track-list del dischetto, ottime si rivelano le soluzioni chitarristiche
adottate da Riccardo Cremon, le tastiere di Andrea Spilinga intessono
tappeti sonori efficacissimi (geniali in "La collina del vento"),
Marco Nebuloni è drummer duttile, le parti di basso suonate
dalla guest Elisabetta Gavetti ritmano i brani pulsando come un...
cuore! La grinta non manca, ascoltate "Faccia al muro" e
sappiatemi dire, i riferimenti ai migliori Litfiba affiorano in un
contesto comunque di grande personalità. Già, perchè
agli Alcova, mi ripeto, non manca una identità delineata, che
fa affiorare un back-ground variegato non limitato ad un genere, inserendo
con gran naturalezza nelle loro composizioni elementi diversi (chitarre
wave che s'innestano su basi che paiono mutuate dai RHCP, aperture
pianistiche che spezzano l'ardore espressivo di tracce rabbiose, in
"Salto" si potrebbero addirittura citare gli iberici Heroes
del Silencio!) senza che venga mai meno il senso proprio della canzone.
Esercizi di fine equilibrismo sonico sublimati da testi intelligenti,
che trascolorano dalla denunzia alla dolcezza senza mai scivolare
nel banale, nel retorico o nel lezioso.
Amore, donne, guerra e solitudine, questo, ma non solo, è "Muscolo
cuore"! AM
Interviste: 2010
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