Indubbiamente il Rock Progressivo italiano degli anni ’70 gode
di un fascino particolarmente marcato, vuoi per il tipo di sonorità
scaturite dall’innesto della musica Rock Inglese con la nostra
mediterraneità ed anche per i contesti storici. “La musica
per giovani”, musica Pop, così la chiamavano negli anni
’70. Noi come probabilmente già ben saprete, giungiamo
con un buon ritardo rispetto ai paesi esteri, ossia usufruiamo di
questa musica in ritardo e solo ed esclusivamente avvicinandola ad
un concetto sociale e politico, diciamo rivolto verso una certa sinistra.
Organizzano grandi eventi per unire i giovani e per comunicare con
loro, in una sorta di controcultura ecco quindi Parco Lambro, Villa
Pamphili, Gualdo Tadino etc. etc. Tentativi di Woodstock, ma da noi
falliti perché al posto dell’amore, del Rock e della
pace, c’è appunto la “politica”. Ecco perché
questo genere resta in Italia di nicchia, il pubblico è ristretto
ed ecco perché alcuni dischi (prima stampa) hanno valori collezionistici
esorbitanti, uno di questi è “Alphataurus”. In
realtà alle band, o per meglio dire alla maggioranza delle
band, la politica interessava poco e niente, era solo un pretesto
per suonare.
Gli Alphataurus sono un quintetto composto da Pietro Pellegrini (Tastiere),
Guido Wasserman (chitarra), Giorgio Santandrea (batteria), Alfonso
Oliva (basso) e Michele Bavaro (voce). Registrano nel 1973 questo
album dal titolo omonimo in cui aleggiano tutte le prerogative del
genere, piano, organo, Moog, vibrafono, spinetta e tutto questo a
disposizione dell’intagliatura strutturale colma di cambi di
tempo e di umore. L’artwork è importante, gatefold apribile
in tre facciate. Storica la copertina di Adriano Marangoni, con la
colomba della pace che mentre vola sgancia bombe dal petto, una sorta
di cavallo di Troia per uno scenario devastante e devastato. Dinosauri
a cingoli visibili nel retro della copertina probabilmente sono un
richiamo a quel “Tarkus” che ha fatto la storia del genere
grazie ad Emerson Lake & Palmer. Colgo anche l’occasione
proprio per salutare Emerson che si è spento in questo dannato
2016 per il mondo del Rock.
Il vinile è inciso molto bene, la ristampa porta freschezza
sonora a questo album senza tempo. Tre i brani nel lato A, “Peccato
D’Orgoglio”, Dopo L’Uragano” e “Croma”,
due nel lato B “La Mente Vola” e “Ombra Muta”.
Tutti classici del genere. La formula canzone è comunque rispettata,
ossia ci sono frangenti orecchiabili e cantabili, con coralità
care a gruppi del tempo come i New Trolls. Musica inebriante, pulita,
di personalità, tanto da farci chiedere come mai un gruppo
così all’epoca ha fatto un solo album! Torneranno nel
1992 con “Dietro L’Uragano” e nel 2012 con un album
di nuove canzoni dal titolo “AttosecondO” del quale consiglio
a sua volta l’ascolto e l’acquisto.
Il difetto di un album del genere? Ascoltato con l’orecchio
di oggi potrei dire la voce, vero tallone d’Achille di tutto
il genere, anche se Bavaro in fin dei conti fa una prova più
che onesta, con enfasi e sentimento. Non entro nei dettagli dei brani,
perché chi conosce la band già sa, mentre per gli altri
potrà essere sicuramente una bella sorpresa. Anche noi italiani
quando ci mettiamo sotto sappiamo fare cose egregie! MS
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